Rassegna storica del Risorgimento

REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno <1974>   pagina <19>
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Lo iHiHtUiì commurtiaU dagli Siati tardi
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La pubbMcazton nel 1843 doU'ener* dal Gioberti SM primato morula a svilo degli /cationi, ma ancor più quella tini Balbo >AU anereaze d'halite up. pana l'anno dopo, in rateatone ai legami tloll'autoro con la canti regnante nubuuilu, rendeva nolo ali Austria lo segrete miro politiche dai circoli piemontesi. Nelle stesso 1814 U governa Mrdo decideva la coatruaioiM a spose dolio Stata drilli strada ferrala da Genova ad Alessandria da dova avrebbe dovalo diramarsi eoa a tronco a Torino con l'altro vano Novara ad 11 Lago Maggiore, avviando contemporaneamente trattativa con i cantoni sviazeri per la uo prosecuzione, p**ando sotto U colle di Luco inagno, L'Austria dal canto suo aveva iniziate già da lungo tempo la costruzione della grande ferrovia da Vienna a Trieste, porlo deal inaio nella suo mire a divenire la acalo dalla valigia Inglese delle Indie, e la Vencaia-Milano, mentre nel frattempo potenziavo la navigazione a vapora sull'Adriatico e sol Po.
Già nel 1844 ai ebbe un sogno tangibile del mutamento intervenuto nei rapporti esistenti tra i dna Stati col mancato rinnovo della Convenzione dal 1834 par la repressione del contrabbondo ani Lago Maggiore, in conseguenza dalla quale U commercio di frodo riassunse immediatamente le vecchie dimensioni, malgrado la chiusura da parte austriaca dei posti doganali minori e l'istituzione di vedette armate sullo stesso lago.
L'apparizione nel 1845 del libro del Peiitti lì suU'assctto migliore da darai alle ferrovìe italiana, fece scoppiare una violentissima polemica sulla stampa. Il giornale del Lloyd austriaco di Trieste3' non esitava a rispondergli, accusando l'autore di voler togliere all'Italia, nel proporre una linea da Bologna per Mo­dena e Ferrara, la grande comunicazione diretta con l'Austria e la Germania, da Bologna per Ferrara al Po. L'anonimo articolista dichiarava apertamente che l'Austria non ai sarebbe affrettata a concedere il congiungimento delle lineo pie­montesi alla Lombardo-Veneta (confermando ti motivo del diniego dei privilegi già ricercati per una strada ferrala da Milano a Sesto Colende e da Milano a Pavia) in quanto e l'Austria ha i suoi propri porti e In propria navigazione, e non è Genova che deve farai mediatrice del commercio austriaco coli*America.- >. L'anno dopo scoppiava fra i dna Stati la cosiddetta guerra del sale a pro­posito del transito di questo prodotta, destinalo alla Svizzera, attraverso il terri­torio piemontese. L'Austria, richiamandosi al trattato dell'I 1 marzo 1751, rinno­vato cogli accordi del 1815, pretendeva che U Piemonte vietasse ai cantoni tici­nesi di far transitare sul proprio territorio il sale del quale abbisognavano, in­tendendo continuare ad approvvigionarli dalle sue saline di Cornacchie. Di fronte al rifiuto del Governo Sardo la Camera aulica generalo decretava che a partire dall'I maggio 1846 il dazio d'entrata nel Lombardo Venete sui vini co­muni piemontesi fosse elevato da 9 lire e 70 centesimi austriaci a 21 lire 45 cen­tesimi per quintale sporco, che, aggiunte alle tre lire di dazio applicate all'in­gresso nella città di Milano, portavano gli oneri complessivi su questa voce a 24,45 lire a. al quintale, cifra assolutamente proibitiva.
Per tutta risposta il Governo Sardo pubblicava sulla Cassetta Pùtmontcsc dal 2 maggio una nota esplicativa nella quale, documentato che il trattato del 1751 impegnava il Piemonte a proibire soltanto il commercio attivo di sale con
1) G. I. PCTITTI ni Rostro, Dalla atrad* /errale italiane e dal miglior orttìnamento di asse, cinque disto*?, Cspolsgo, 1845.
2) Giornale del Uoyd austriaco, 25 gennaio 1646.