Rassegna storica del Risorgimento

REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno <1974>   pagina <24>
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24 Afono Di Gfanfranetaco
o elio furono stipulati 11 SI manto con la Grecia, Il 29 aprilo con lo città anscaii-elio di Amburgo, Lubeccu o Brera u, il 20 maggio con lo Zollvercln, 1*8 giugno con la Svinerà ed il 24 (lagno con i Pacai Basai.
L*oppoaiaJone di deatra accusò 11 Governo di aver fatto, por la smania di una falsa imitazione, concessioni eccessivo al Belgio, sacrificando gli interessi dall'industria siderurgica ligure e valdostana, come pure doB'indaatrla delia lana e della carta, in cambio di vantaggi irrisori per le effettivo produzioni agri­cole piemontesi, quali il riso,1) mentre le riduzioni maggiori erano stato otte­nute per prodotti, come 11 salo, gli olii* il vino, le arance, la fruita Becca, la cui produzione era appena sufficiente al consumo interno ed alimentava correnti di esportazioni minime; por altri, quali i formaggi, ora impossibile invoce compe­tere con la vicina produzione olandese* Insomma, concludeva il conte di Revel a proposito del trattato con il Belgio, l'erario rinunciava a circa un terzo dei suoi prodotti, cioè 6 milioni dei 18 che le dogane gli rendevano, senza una effet­tiva contropartita.
Nel mentre era in discussione alla Camera il trattato col Belgio, il Governo presentò anche quello siglato con l'Inghilterra. Revel3) accusò Cavour di te­mere che e un'approfondita discussione, scevra di ogni altra considerazione del merito intrinseco del Trattato col Belgio, potesse comprometterne l'esito; volle quindi assicurarlo col presentare un altro concluso con una grande potenza che largo influenza esercita su tatto le nazioni del globo. E sebbene questo trat­tato non si presenti che tono forma di convenzione commerciale, tuttavia, poi­ché il Parlamento non si illudesse a questo riguardo, ebbo il Governo cura di farvelo presentare dal Ministro degli affari esteri >. Di Revel aggiungeva: in questi trattati... non vedo nessun corrispettivo che ridondi a nostro vantaggio: l'Inghilterra di ai bastimenti di tutte le nazioni la libertà di entrare nei suoi porti allo atosso favore della sua bandiera: noi di questo diritto già godevamo ha forza di un ulteriore trattato; per conseguenza che bisogno avevamo noi di faro un nuovo trattato onde vincolare il nostro avvenire ad una potenza che in materia d'Interesse, in materia di commercio non intende ragione? Signori, lo dichiaro altamente, io sono inglese quant'altri mai... ma credo che noi alieniamo la nostra libertà con questo trattato, o che ci mettiamo sotto la tutela mercantile dell'Inghilterra >.
I discorsi di risposta pronunciati dal Cavour prima alla Camera e poi al Senato, non sono soltanto esemplari per dottrina e vivezza d'immagine ma fon­damentali por comprendere la politica commerciale piemontese sia in questo periodo che all'atto dclrUnificazione. Per motivi di spazio ne riportiamo sol­tanto alcuni brani particolarmente importanti, in relaziono alla attuale viru­lenza delle correnti ncoprotezì oni stiche.
"> U vantaggio ottenuto era soltanto indiretto e congiunto all'asiùmiUzione di bandiera; corrispondeva a Ut. 1 e 1,50 al ql. a seconda se in paglia o scorzato, e quindi interiore a quello di cui godeva il riso delle Indie.
3 Atti della Camera dei deputati subalpina. Toniate del 14, 15 e 16 aprile 1851, riportato in M. ROMAKI, op. ai., pp. 686 sggn nonché Discorsi detti al Senato del Regno ai 23 e 24 maggio 1851, in Discorsi parlamentari, voi. 3* (1851), a cura di A. OMODXO, Fi­renze, 1933.
*> Pe* una interpretarono del Ubero scambiano della classe agraria piemontese e to­scana In funzione della conivrvuiona della propria supremazia politica er. C. MORI, Sul B-6oro acomòùmo dot moderati noi Risorgimento. In Problemi dell'Unità d'Italia, Roma. 1962, pp. 703 sgg.