Rassegna storica del Risorgimento

REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno <1974>   pagina <32>
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32 Maria Di Gìan/raii**'**
del 6 ottobre 11 Cavour, di fronti) airiniiilrtudliiit derivatilo 'lai rialzo 44 >ttrt:w del grano* proponeva parure condiviso d'ulto Sciai oja * un virile di dottor, ;.. polìtica napoletana dcll'im-etta del grano per conio dal Kovrnio dalla JGH. ione d'autorità del presso dal pano, U pia assolala libarla del commercio. Gasi d'aerato ri*alo in pari data1' fu peraltro ridotto U daslo avi frumento da 2 a o.SU Uro l'ettolitro (pari a airea II 2,50 ) e quello aalla meliga e earoafi minori da 050 a OJtS lire l'ettolitro; venne pure stabili tu l'abolizione del dosi comunali sulle farine e sol pana* e la riduzione dello tariffo di trasporto frrr<>-viario di tali generi dal 50. Noi presentare 11 provvedimento al Por Inni t?n io per la conversione, 11 governo proposo di ridurre ulteriormente 11 dazio per lutti I cereali a 0,25 centesimi l'ettolitro od a 0.50 al quintale quello sul prodotti deri­vati, giustificando la limitatezza del provvedimento eoa lo stato delle finanze, che non permetteva di rinunciare ad una rendita di 500.000 lire (su 3 Bilioni originali); ma la Camera, su proposta del deputato Polleri, approvo l'abolizione totale di tutti i dazi sia In entrata che in uscita che ancora colpivano I cereali, farine ed altri derivati industriali, come pure le residue imposizioni ralla maci­nazione del pano nei comuni in cui ancora esistevano. *) da rilevare al ri­guardo che sin dal 1848 le importazioni piemontesi di grano avevano superato I milione di ettolitri, e quelle di cereali minori i 150.000 quintali: nel 18S3 le prime passarono da 1.163.597 ettolitri a 1.256.254, mantenendosi anche l'anno successivo, malgrado l'abbondanza del raccolto, sulla stessa cifra (1.265.977) men­tre quella dei cercali minori e legumi saliva da 163.000 quintali nel 1852 a 190.000 noi 1853 ed a 618.000 nel 1854. Le esportazioni di grano, che da poche migliaia di ettolitri annui prima dell'abolizione della proibizione erano salite a 195.000 ettolitri nel 1849 ed a 253.000 nel 1850, negli anni 1853 e 1854 caddero rispettivamente a 27.000 e a 31.000 quintali, per risalire nel 1854 a 74.000. La diminuzione che si registrò anche nell'esportazione di riso nel 1852 e nel 1854 sembra fosse dovuta, più che a una maggiore domanda interna a causa della care­stia, al cattivo andamento del raccolto.
Alla fallanza dei raccolti europei segui nel 1855 la guerra di Crimea che chiuse i mercati del Mar Nero, per cui il prezzo dei cereali continuò ad aumen­tare per tutto U resto degli anni '50: il grano che nel 1852 costava dallo 16 olle 18 lire l'ettolitro nel 1855 sali a lire 30 ed in Savoia si vendeva perfino a 35 36 lire.
Con decreto 28 settembre 185 e la leggo del 21 giugno 1856 furono ritoc­cati i dazi su molte materie primo necessario all'industria e apportato riduzioni ai dazi sui metalli non ferrosi e precisamente a piombo, stagno e zinco in pani e in rottami; furono moderali i dazi sullo bacchetto dì ferro, sulle rotaie e sui cuscinetti di ghisa; infine ridotti quelli sul caucciù e la guttaperca.
Malgrado la crisi prima interna e poi europea il Governo non tralasciò di sviluppare le relazioni commerciali internazionali, in special modo col conti-
) Decreto 6 ottobre 1853 n. 1603.
*) La riforma fece perdere all'erario lire 3.100.000, cifra fornita dalla doganti nel 1852, che si aggiunse rtlla diminuzione dì lire 1.150.000 derivante dalla diminuzione del 20 delle tosse sul vino, del quale si credette opportuno facilitare l'importazione data la distruzione dei vigneti piemontesi a causa della crittogama. (Legge 16 febbraio 1854 n. 1662. Cfr. P. NoaSA, M. OA POZZO, Imposte e rosse in Piemonte nel perìodo Cavouriano, Torino, 1961, p. 31). Con legge 23 luglio 185*4 n. 30 fu soppressa la linea doganale tra la contea di Nizza e le altre Provincie del Regno.