Rassegna storica del Risorgimento
REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
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1974
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34
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34 Maria Di Clsw/rwirwenn
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La proferenti degli armatori por l macchine a vapora Inglesi foco viva*. chiare lo officino Prandi, rolroveue nel 1852 allo Sialo, elio lo affidò ,ii una nuova auiministraalone. Il Meccanico, Il cui delegato Giovanni Ansaldo ani* avvantaggiarsi del hi enorme domanda ferroviaria di quegli unni e levo l'azienda ad un notevole livello tecnico. Nel 1858 eaaa contava 480 operai ed aveva gli consegnalo 20 locomotive olle ferrovie olire ad Innumerevole materiale vario. In Liguria gU pi affiancavano la Wcaicmiann di Seoul Ponente e l'Officimi Meccanica della darsena militare.
La domanda ferroviariu, sebbene soddisfatta prevalentemente con le importazioni, al mantenne conalderevoliaaima per tutto il periodo, durante il quale vennero aperti al traffico oltre 800 chilometri di atrade ferrate; nel 134 al inaugurò il traforo di Giovi che completava 11 collegamento di Genova a Torino e tre anni dopo ebbe inizio quello del Frejus, che conterà allo Sialo 69 milioni.
Le esigenze ferroviarie determinarono la creazione nell'area torfneee di altri nuclei meccanici: le due officine ferroviarie di Porta Nuovn (1854) e Porta Suso. (1854-5) che ai affiancarono a quelle già eaiatenti di Suvigliano ed ai due laboratori di precisione, olla fonderia ed alla fabbrica d'armi del demanio militare.
La riduzione del dazio sul ferro a 16 lira al quintale e infine a 5 pose in crisi numerose piccole attività mctallur gichc liguri (nel 1846 ae ne contavano 43) che adottavano ancora il metodo catalano e bergamasco col quale ai riduceva il minerale di ferro, importato dall'isola d'Elba, col carbone di legno: in compenso le 127 piccole officine (1846) che ai dedicavano alla produzione di chiodi, strumenti agricoli* utensìli, letti, ai avvantaggiarono del minor prezzo della materia prima, conseguenza prevista e voluta dal Governo.
Anche le due fucine dei fratelli Balladyer a Sampierdarena , del Pezzi a Cogoleto, che utilizzavano rottame, si avvantaggiarono indirettamente del boom ferroviario, potendo contare sull'enorme offerta di rotalo in ghisa, che vennero in quel torno di tempo sostituite con rotaie in ferro.
I progressi tecnici principali furono realizzati peraltro nel campo lessile e specialmente nella filatura del cotone, nella quale si registrò un aumento dei fusi meccanici da 142.000 nel 1850 a 226.000 nel 1856-57. La tessitura invece soffriva sempre del vecchio malanno della lavorazione contadina a domicilio, evolta a Genova da una categoria particolare di artigiani, i bauibagiari. In tutto non si contavano più di un migliaio di telai riuniti, mossi prevalentemente ad acqua, fra i quali, di impianto recente, quelli della Gerard Parodi a Serravalle e del Castelli a Veltri.
Un'analoga evoluzione presentò il lanificio, nel quale intorno al 1850 lavoravano 70 manifatture di pannilana con una produzione valutata dal Cavour in 20 milioni di lire, e con circa 2.500 telai riuniti. Accanto ai vecchi centri di Biella e della Valle del Mosso, erano di costituzione recente il complesso di Aranco Seria dei fratelli Antongini, poi Manifatture Lane Borgosesia, sorto nel 1854, che lavorava lana pettinata, e le due fabbriche De Alberti* e Bafico a Voi tri, che avevano rinnovato gli impianti dopo il 1850. Nel complesso però il miglioramento è limitato alla filatura ed alla cordatura, mentre la teaaitnra continua ad eseguirsi a domicilio dai contadini.