Rassegna storica del Risorgimento

REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno <1974>   pagina <35>
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U malattia dal bachi àvv* olio 11 MUUCI hi una fa** di Mia etpftftVtóhe Net ItóS il Mastri " valutava li raccolta del l'WmionUi In 10, milioni di rhiu. grammi di banani, twtr cui, calcolami mu rrn di 1 chilogrammi, di ,H1 ,T 11 chilogrammi il bossoli, al urabbe avola una produmlonn 41 tata di circa 9M.000 chilogrammi, capotto a 600.000 nal 1840. Sul piano Ionico maggiori progressi avana alati rcalìuati nella trattura (Val Chiusone, Sevlgjlano) ava ara oca prevalente la lavorazione fan opificio ,- l*uao dello bacinelle a vapore, :> Q natia filatila, mentre Unitali furono quelli compiuti nella tessitura: dal 18431 al 154-S5 I telai concentrali erano pausati da 4.193 a S.250 (dei quali 1.900 in Liguria}. * La noaurione di rilievo già aaaunta dall apamtovl piamonteal nel commercio Iniaroaalonale delle sete perniine loro di superare la crini agevol­mente, ricorrendo a maggiori tmportasionj di grezzo dall'Italia contro-meridio­nale a da altri Pacai dal Mediterraneo, per cui la esportazioni non ebbero offrire a aallrono ansi da una media di quintali 10.510 nel periodo 1851-55 n] 14.940 nel 1856-S8.*'
Una profonde crUi di ristrutturazione attraversarono invece alcune indu­strie minori, quali quelle della carta e del sapone, in relazione all'aumento del presso delle materie pruno determinato dalle riforme doganali, mentre quelle delle maglie e delle vetrerie sembrarono riprenderli, a seguito dclPcepanaione del mercato interno dopo l'apertura della Sardegna.
da rilevare che con la riforma doganale, e specialmente con l'abolizione di ogni dazio sai grano, le scio, le pelli, con la riduzione del prezzo del sale e l'alleviamento della tarino, postole, ai era recalo ai consumatori ed all'economia in generale un sollievo di 26-28 milioni di lire,3* Soltanto ì dazi completamente aboliti avevano procurato nel 1832 una entrala di lire 7.850.000. Malgrado la ri­duzione apportata agli altri dazi, per cui la protezione media scendeva dal 17 al 7 , l'aumento dei consumi ed il minor contrabbando consentirono, se non lo operalo aumento del gettito, il suo mantenimento sugli atessi livelli :ftJ
t) Annuario Statistico /(oliano, 1864.
3) Le bacinelle aumenterebbero da 20.500 concentrate in 982 filande (Giulio, 1844)
a 25.000 nel 1855-
*> L. Butnaam, C. COSTAWTIM, op. de, p. 488.
4) I dati statistici ora disponibili capovolgono la lesi sostenuta dal MORANOI (Storio ucUa grande industria in Italia, Torino, 1966. pp. 99 e 100) circa i risultati contrapposti dalla còsi bachicoU In lombardi ti ed in Piemonte. In effetti fu la prima asoffrirn* in quanto le sportorioni decaddero da un niassfruo di 16,498 quintali nel Ì853 di organzini e trame ad una media di 10.000 quintali negli anni 1856-58. contro un aumento delle esportazioni pio-monte, sempre di filati, da 5.S06 (media 1851-55) a 7.927 quintali. Compkfaìvamcuic le importazioni piemontesi (calcami, seta greca, teuuti, ecc.) salirono da 437 quintali (me­dia 1851-55) a 8.033 (media 1856>S8) e le esportatoci da 10.510 a 14.940 quintali, per cai la consulenza media della seta indigena portata risultò rispettivamente nei due pe­riodi a confronto di 6.033 e 6.907 quintali, eoa un aumento di quasi 100.000 chilogrammi.
3) A. Pu:n.M>. Storta delia finanza italiana di., p. 28. 1
*) Per le entrate doganali efr, P. NOHSA. M. DA PUZZO, impana e io**, in Piemonte cit., P. 32, corrispondenti u quello riferita dal Felloni nel citato saggio sullo entrate degli SuU Sardi. Per le importazioni (commercio Bocciale a prona ufficiali) si rinvia ad un no­stro praaùmo articolo. Le premono doganale, poiché la entrate comprendevano alcuni dazi taU'esportosione, deve considerarsi leggermente supcriore al grado di protezione di cui et-fottivamenta godeva la produzione nazionale nei confronti della concorrenza estera.