Rassegna storica del Risorgimento
FERDINANDO II RE DELLE DUE SICILIE; MILANO AGESILAO; REGNO DELL
anno
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1974
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pagina
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50
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Oloferne Conforti (marito di Penelope Pellegrino, elw egli paHkoIftnnanl am, mirava) od Ercole Musscehlo orano Hall condannali, Il 27 marzo, a veni tri*, u anni di e farri poi ridotti a tredici porche implicali nnlla faciJaalona dello ttatao regie, in S. Benedetto Uliniio; Attenuata Dramis, non ancora per. donato dal Re correva 11 riechio di finire 1 vaol giorni con la eorda al collo; j) suo autorevole ispiratore, Giovanni Mosciaro, era ernie in lontano contrade, e con lui andavano raminghi Achille Conforti e Alessandro Mauro, dei quali era stato sempre docile ed osservante seguace. Inoltre, lo itesso Milano doveva ancora rendere conto alla giustizia della sua complicità per quel regicidio in effige del 3 giugno 1848.
Tutto ciò non gli dava tregua, e ai aggiungeva al doloroso ricordo del ano omonimo Agesilao Mosciaro, fratello di Giovanni, caduto il 27 giugno 1848 sotto le mura di Castrovillari, che egli aveva giurato di vendicare. Rimeditò, allora, di consumare il giurato regicidio sulla persona fisica del sovrano, approfittando della temporanea presenza del Re nelle Calabrie. Né, invero, sebbene così taciturno e introverso, seppe tenere chiuso nel suo cuore il cruento proposito. Michele Dores, infatti, due anni dopo, nel 1854, in occasione del processo contro il Milano, accusato dì cospirazione, dichiarò che, nell'ottobre *S2 (così rettificando una precedente denunzia) il giovane gli aveva manifestato il suo intento di attentare alla Sacra Persona del Re >. *>
Senonché, per il momento, il Milano non passò all'azione. Forse, sopravvennero a distoglierlo dalla realizzazione del suo progetto i due Reali Rescritti di amnistia: con il primo dei quali, di carattere più generale, in data 8 ottobre, veniva estinta l'azione penale a carico di 721 imputati di reità politiche>, fra i quali figurava egli stesso, Agesilao Milano, insieme con molti altri suoi amici, parenti e compaesani; e col secondo provvedimento, assolutamente parziale, emesso due giorni dopo, il Re estendeva il perdono anche ad Attanasio Dramis, le cui colpe erano certamente ben più numerose, gravi e comprovate, né soltanto politiche.
Tale clemenza dovette impressionare la mente già conturbata dell'infelice giovane. Egli circolava ancora, come si è detto, con abiti talari, non avendo del tutto deposta evidentemente l'intenzione del sacerdozio, cui era stato indirizzato nel Collegio di S. Adriano. Fu indubbiamente allora che, colto da una crisi di sbandamento nelle sue più radicate convinzioni, decise di tentare addirittura la via del chiostro e (a quanto dice il D'Ayala, la cui affermazione trova parziale conferma in una deposizione di Domenico Antonio Marchese) scrìsse una epistola in versi al Padre Provinciale dei Domenicani, per essere accolto in quel-: l'ordine come novizio.2) Purtroppo, dopo qualche trattativa venne respinto. Forse ai suddetti Padri non riuscì gradito quel giovane egocentrico ed ambiguo, esteriormente timido e modesto, ma spinto da incontrollabili impulsi e da irrisolti conflitti psichici.
') 0 fatto ai rileva dalla narrativa della sentenza del 7 ottobre 1854 in merito ad Agesilao Milano, imputato dì cospirazione ed attentato, in A.S.N., Archivio di Polizia, Gabinetto, anni 1854-59, fase, 1511, csp. 1487, voi. 4
2) Il particolare dell'epistola in venu e in M. D'AYALA, Cenni sulla vita cit., pp. 12-13. la deposizione di D. A. Marchese al Commissario delegato Salvatore Do Spagnoli*, del 21 dicembre 1856 nel carcere di Cosenza, è in A.S.N., Archivio Borbone, A.R., fase. 960/1. voi. ?, fol. 62, e. 458.