Rassegna storica del Risorgimento

FERDINANDO II RE DELLE DUE SICILIE; MILANO AGESILAO; REGNO DELL
anno <1974>   pagina <58>
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58 M'u-hvUmuM Mwulallti
l'autore delle drnunsie - confo il sapeva in pMM - * are !*" Don TmtutiM,U, Conforti* il quale vera Istigato 1 due testimoni a carico dal Milano (nwiinl, peraltro, dal cenivi precedenti* aneto par condotta politicai a dipendenti dj lutto dal Conforti) al Ano di vendicarsi di aavo Milano da lui aorproao In amo-rovo colloquio eolla propria cognata D.ii Penelope Pellegrini,
da rilavare lattaria, eh* a quatto punto* par comprendere la ragioni della seconde leotimonianaa favorevole, che 11 capo*arbaiio Camillo Dorea era figlio del fa Giueeppe e dì Angela Mosciaro, un "ni ira la del noto Giovanni Moscia?*, ed era allreal fratello del parroco Don Achille e di Ciro ed Ercole Dorea. Egli appartenevo, in effetti, come Agesilao, a quel de di famigliai che, in San Bene­detto Ullano, erano legale tra loro da stretti vincoli di parentela e di amiaV Iaiti nonché da comuni interessi di carattere economico, ed anche eoeiaie e
Ideologico.
Dal canto suo, peraltro, il giudice regio del circondario di Mon tolto. Don Domenico Fazxari, riferiva alTIntendente il risultato delle informazioni, da Ini assunte sul conto di Agesilao Milano, affermando che la condotta di costui era stata ed era e osservabile >: che il Milano era stato espulso > dal Collegio italo-greco nel 1848: aveva sempre nutrito < sentimenti avverai al Beai Governo; era stato visto frequentare i parenti degli e attendibili , e ai diceva che fosse in corrispondenza con il latitante Mauro; infine, e mesi dietro capeg­giava un'idea* di rivoluzione, ed uvea cercato di tirare a sé gli enunciati Ora-aio Follone e Michele Dorea . Tuttavia, oltre a ciò, nnlTaltro di positivo avea potuto raccogliere a carico di esso Milano. L'intendente Mandarmi forse indotto, a causa della estrema gravità dell'accusa (nientemeno* un progetto di regicidio nella sua Provincia!), a mantenersi su una posizione di pregiudiziale incredulità, più che di sereno e obiettivo equilibrio decise di minimizzare il tutto e di sopire al più presto, con ogni mezzo a sua disposizione, la malau­gurata faccenda. Scrisse, pertanto, un primo lungo rapporto, in data 12 giugno 1854, al direttore del ministero della Polizia generale, ') nel quale già lasciava intravedere da qual parte tendesse far pendere la bilancia, addocendo le se­guenti considerazioni piuttosto gratuite:
Che sin il Milano attendibile, per la condotta tenuta nel 1848, è indubitabile; mentre e uno di quelli contro cui per imputazioni politiche di quell'epoca fu abolita l'azione pe­nale con Real rescritto degli 8 Ottobre 1852. Ma per le cose addebitategli da Follone, e Dorea, sulle deposizioni dei quali è poggiato anche il rapporto del giudice di Mon tolto, occorrono le osservazioni fatte di sopra, e principalmente ch'c il solo Michele Dores il quale attribuisca al Milano un esecrando pensiero, e che se vi è por Io mezzo l'odio contro di lui] della famìglia Conforti, e le tristi qualità del detto testimone Dorea, sarà a vedersi se sia un'ardita calunnia consigliata dalla vendetta, anziché un criminoso disegno, da cui abborre qualsivoglia suddito di sua Maestà il Re (D.G.).
Aggiungo che il Milano messori in latitanza* mi ha fatto pervenire duo esposti, con che discovre con fotti positivi le cagioni dell'odio della famiglia Conforti contro di lui, e ad essa aitribuisce l'orìgine della imputazione.
Aggiungeva, inoltre, che aveva dato disposizioni per l'arresto di Agesilao Milano, e che avrebbe inviato a San Benedetto Ullano il commissario facente funzione Luigi Scorza; tanto più che assai poco si poteva contare su quel Giu-
') Dal quale rapporto ho desunto quasi tutte le procedenti notizie. Per la sua collo­cazione ved. la precedente nota n. 7 a p. 54,