Rassegna storica del Risorgimento
FERDINANDO II RE DELLE DUE SICILIE; MILANO AGESILAO; REGNO DELL
anno
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1974
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pagina
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62
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vocazione per Il énccnloitlo. piato (fella povertà delln famiglia, obbligato e n"n tornare più ni pMM natio per In noia distrasi* amorose, egli ni rete r,i j, 'presto che la magra vita di Cosenza non rappresentava per lai la soluzione j*J probi orna delTesistena*.
Nutrivo, inoltro, il urlo roditore dalla vendetta* vagheggiando l'impreca che Ubaraaaa l'Italia meridionale dalla tirannia dal mori arra. Ciò optate perché, fiutoni idiota, evitò di catare urruolato nella gendarmeria a al fece asse-giuro al 5* battaglione Cacciatori, ove poteva avere migliori occasioni di avvicinare il Re. Del reato Dromi, il pie vicino ul Milano, rifar!, durante le polemico con G. Tocci, ') che prime che ceni decldeaaero di arruolarsi, avevano discusso nel Comitato di Cosenza, sulla opportunità di mirare nell'esercito, al fine di preparare, d'accordo col Comitato centrale, un'iniziativa per bande nelle Calabrie, per condurre < ad un movimento generala dalle provinco, che ai dicevano pronte di seguire U moto. Alla decisione, quindi, di entrare nel-l'esercito il Milano fa spinto ila dai ricordati motivi personali, sia da esigenze politiche e cospirative antiborboniche.
Giunto a Napoli, negli otto mesi circa che vi rimase, comincio a frequentare l'ambiente più vasto della capitale. Egli ritrovò qui i suoi antichi compagni di Collegio: Nocito, Falcone, Tocci, studenti che avevano stretta amicizia, soprattutto i primi due, con il mazziniano Giuseppe Fanelli, il quale non compare, tuttavia, nelle carte di polizia riguardanti il caso Milano.
Il Milano, del resto, non si limitò a frequentare l'ambiento degli studenti albanesi e calabresi, tutti desiderosi di tempi migliori, sognanti la redenzione del Regno; ma cominciò a frequentare la Biblioteca borbonica (ora Nazionale), dove leggeva le Vite di Plutarco e di Cornelio, libri di storia antica e qualche opera latina, destando la curiosità dei frequentatori, i quali ebbero a notare il giovane soldato, immerso per ore nella lettura.*) L'assidua frequenza della saddetta biblioteca non allontanò, tuttavia, il Milano dalla realtà politica del tempo. Il congresso di Parigi, che alimentava le speranze dei liberali, la lotta diplomatica fra fl Governo borbonico, la Francia e l'Inghilterra (che portò prima alla minaccia di una dimostrazione navale, poi alla rottura delle relazioni con queste due potenze, ed al conseguente ritiro delle rispettive legazioni),3) i maneggi per la deportazione dei prigionieri politici in Argentina4) sono avvenimenti che cer-
t) Cr. A. DUAMIS, Lettera od Eugenio Conforti* nel Corrière di Napoli del 31 dicembre 1898.
3 Lettera di C Avena al figlio Alberto: Poco tempo prima dell'attentato un giovane smilzo e mobilissimo nella persona, con sguardo penetrante e piccoli baffi, sedette due altre volte accanto a me nella sala di lettura della biblioteca borbonica... Quel giovane leggeva anche un volume latino e vestiva l'uniformi: dei cacciatori di linea- Era Agesilao Milano . (Da R. Da CESAR*:, op. cU.f voi. II, pp. 206-207). Che fra le sue letture, anzi fra gli oggetti sequestratigli, ci fosse anche il Do regimino prìncipum di San Tommaso lo dice il ViaaUi (op. cf., p. 231): dò spiegherebbe U tentato regicidio anche per un aspirante frate domenicano.
3) Il 21 ottobre 1856 il Brenier, ministro plenipotenziario francese, ed il Petre, suo collega inglese, lasciarono Napoli. Ma sa ciò torneremo più tardi.
4) Secondo H. Actoa fu tale informazione, giuntagli per vie nascoste, che lo spinse ad agire (CU ultimi Borboni ài Napoli, ir. imi.. Milano, 1962, p. 408). Su ciò concorda anche S. CILIBRIZZI, // pensiero. Fazione e il martirio delia città di Napoli nel Risorgimento ita-lumo e nelle guerre mondiali, Napoli, 1965, voi. II, p. 331, ma la correlazione è poco attendibile.