Rassegna storica del Risorgimento

FERRARI GIUSEPPE; QUESTIONE MERIDIONALE
anno <1974>   pagina <74>
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GIUSEPPE FERRARI E LA QUESTIONE MERIDIONALE
CON LETTERE INEDITE
Prima dell'unità d'haliti, molli uomini politici del Risorgimento, maV di parlo democratica, ebbero M-urnu familiarlla con U Mezzogiorno e con I suoi problemi economici o sociali, nonostante l proaeiUM a Torino nei centri dcUYiuigranume italiana alleatero di on follo gruppo di euli dal regno delie Due Sicilie. '> Giuseppe Ferrari non fece certamente eceesione alla regola: anzi, prima del 1861, il suo interee ai problemi del Mezzogiorno riaBaac Unitale a qualche cambio di lettere e a qualche contatto occasionale a Parigi o * Bruxel­les con i teaders dell'emigrazione meridionale. Studioso dei Vico e del Gian* none, egli conosceva assai meglio le glorie antiche del Regno meridionale che le condizioni vigenti in quella parte d'Italia nel secolo XIX- La scarsa familia­rità con il Mezzogiorno non impediva, però, al Ferrari, come del reato ad altri uomini politici del Nord, di nutrire pregiudizi abbastanza profondi nei riguardi delle popolazioni napoletane e siciliane, che gli sembravano particolarmente fuori passo con la marcia del progresso politico, sociale ed economico dell'eia moderna. Nondimeno, nell'estate del 1860, la questione meridionale si impose all'attenzione del Ferrari, spingendolo a modificare, almeno in parte, i suoi pre­concetti ed a studiare per quanto possibile di prima mano i problemi, le ri­sorse e le aspirazioni delle popolazioni meridionali.
La questione meridionale, infatti, di cui si trova raramente cenno nella cor­rispondenza di Ferrari prima del 1860, diviene nn argomento di primissimo piano nel periodo dalla dittatura garibaldina nel Sud ad Aspromonte. In que­gli anni Giuseppe Ferrari mantenne rapporti epistolari abbastanza stretti con uomini politici meridionali di diversi partiti e fece alcuni viaggi nei dintorni di Napoli ed in Sicilia per osservare direttamente gli effetti della politica del nuovo regime sulle popolazioni meridionali. Reduce da quei viaggi, divenne uno dei critici più eloquenti della politica governativa, specialmente in merito alla repressione del brigantaggio.
Accompagnato dall'amico Michele Cavaleri, il Ferrari si recò per la prima volta nel Mezzogiorno verso la metà di settembre del 1860. Già nei mesi prece­denti egli aveva preso posizione contro ulteriori annessioni al Regno di Vittorio Emanuele II in un opuscolo, Uannexton des Deux Sicilesy pubblicato a Parigi ed apparso in edizione italiana nell'agosto del 1860.2> Come tutti i leader di parte democratica, egli puntava le sue speranze sul passato rivoluzionario e re­pubblicano di Garibaldi per controbilanciare l'influenza dei moderati meridio-
Per una discussione generale dell'atteggiamento dei democratici sulla questione meridionale cfr. GtusKepz BznTi, / democratici e l'iniziativa meridionale net Risorgimento, Milano, Feltrinelli, 1962; ALFONSO SCIROCCO, Governo e paese nel Mezzogiorno nella crisi dell'unificazione, Milano, Giuffrc, 1963 e Ai.niimo CAPONI, L'opposizione meridionale nel­l'età della Destra, Roma, Edizioni di Moria e letteratura, 1970.
*> L'annessione delle Due Sicilie, Firenze, Stamperìa Ccnninìann, 1860.