Rassegna storica del Risorgimento

FERRARI GIUSEPPE; QUESTIONE MERIDIONALE
anno <1974>   pagina <75>
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eli e del governa >Um*ni*se. Come U wnlrl Cananeo, Bertent, Do Boni etì S"W. con I pre-euse Napoli, di Impedirò l'Immediati ennse-lon* ,M
.. *1W DM Sicilia all'Alt. Irti* Fallito il i*m,wo di *uU<j nel riwpo federalista, il errori ti Imbarcava uUio ad Agoet.no Bedani sul pireeeelo Kwko giungeva u Genova il ! ottobre, convitilo rltc ormai i ino-ànri avessero partila vini, ma deciso ugualmente a far conoscere a tutu riia* Uà i motivi aVJropmieigloiie.1' Arrivalo a Torino, ai rintano por aironi torni nelle sue tarme l'affitto par preparare un diacono nulla quottlone meridionale discorso eh* infatti pronuncio il giorno 8 ottobre 1860, quando II Parlamento discuteva II progetto 41 leste che autorizzava il governo di Vittorio Emanuele H proeedorc par decreto reale all'annessione delle Provincie meridionali nel ca*o che tale annessione foaae approvata da un plebSaelto popolare.
U progetto di legge in dSacnaalone diceva il Ferrari rivoltava diret­tamente dal a sistema piemontese >, cioè da una polìtica fotta rivolta al conse­guimento dell'indipendenza d'Italia e alla aotUtasione di un governo plemon-tc*e a anelli stranieri. Questo politica del governo di Torino e dei tool Monte-nitori aveva riportato vittorie prc**oché incornai tate in Lombardia e nel Durati, Ma nel Mezzogiorno la aitnaaione era asaai diverga: par la prima volta dopo il fallimento della rivoluzione del 1848-1849 ti delincava un netto contraaio fra il sistema piemontese da nn lato e le correnti democratìche-federaliste dal­l'altro. Da che sorgeva tale contrasto? Dal tentativi del governo sosteneva il Ferrari di imporsi a Garibaldi e di bloccare l'iniziai iva rtvolnxlonaria da lai rappresentala nell'unica regione d'Italia in cui tale iniziativa nvaase dominato il rampo. A coloro che volevano interrompere questo ano discorso anti-picmon-tese il Ferrari rispondeva: Voi stessi avete detto che facevate la guerra ni-rAaatria e alla rivoluzione. L'avete ripetuto apertamente, soffrite che ve lo dica.3) A queste parole lo tesso Cavour rispondeva: È vero.
Scota lasciarsi sviare dalle proteste, che 11 presidente Lenza cercava, senta molto successo, di rittire. il Ferrari continuava esprimendo i sentimenti di co­loro else avevano seguito Garibaldi nel Mezzogiorno e di moltissimi altri che lo avevano aostennio da lontano con appoggi morali a finanziari:
Il rivoluzionario dico: e che? Io sono insorto contro l'Austria, contro i duchi. con­to il pepa, ho passalo lunghi anni nelle prigioni, ho sacrificato il mio sangue alla patria, ho posto in non cale la mia fortuna, e vedo giungere chi? Uomini aranci, uomini di ao-terno, uomini di comando? Ecco il punto in cui il ùlema piemontese trova un ostacolo, e TSÌ secasi lo riconoscete .E ohe? dice 11 rivoluzionario: lo sono perseguitato dall'uomo che ieri mi stringeva la mano, eh* mi spingeva sul campo di battaglia... sono trottato da penono perfino da repubblicano da chi fraternizzava eoo me o sembrava professare le aasdeaune mie opinioni. Ma io eseguiva gli ordini del Signor Ministro... e perche debbo io immolarmi ed egli comandare? Avrà forse torto 11 ribelle, ma questo e pianto dice o proclama.'V
Inoltre il Ferrari, riprendendo un toma trattalo più volte nei noi libri du­rante il decennio di preparazione, dichiarava di non saper comprenderò come Torino potesse divenire la capitale di nn grande Stato, mancando essa della caratteristica più importante per qneeto ruolo, una posizione, oc di predo-
Ferrari . Michele Cavoli, Torino. 3 ottobre 1860 (Musco del Risorgimento, Mi­lano. [M.R.M.), Archivio Ferrari, Cartella XXXIV. Plico 55).
1 Atti del Parlamento. Camera del Deputali, Dueu-ioni. tomaia dell 8 ottobre I0V.j
) ioidem.