Rassegna storica del Risorgimento
FERRARI GIUSEPPE; QUESTIONE MERIDIONALE
anno
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1974
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pagina
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80
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Ancor più imbarazzante, dal punto di vista pollila*, ara la cordialità cae> cui il Ferrari veniva accolto nel circolo dei fratelli Savarcse, ricchi, influenti "i ostinati avversari del nuovo governo. Dati gli stretti rapporti del Savareae eoa elementi legittimisti e murattiati, non c'è da stupirsi che 11 Ferrari, frequenta-doli, fesse accusato di opportuniamo, di inconsistenza ideologica, ed anche di pegpo.4>
Pur procedendo con cantala e distaccandosi dal Datai, nella primavera dei 1862 il Ferrari mantenne un vivo interesse alla politica meridionale. Del resto, ae anche foete stato del tutto privo di interessi e di ambizioni personali, non avrebbe potuto rimanere estraneo all'agitazione generale che ai andava diffondendo nel Mezzogiorno, dove tetti seguivano con curiosità crescente I movimenti di Garibaldi. Nei due o tre- mesi che precedettero la crisi di Aspromonte. gli amici del Ferrari, a Napoli come in Sicilia, qualunque fosse il loro orientamento politico, gli fornirono una quantità di resoconti, notizie, pettegolezzi e speculazioni, quasi sempre accompagnate da sollecitazioni ad unirsi a loro come già aveva fatto nell'autunno del 1860. *)
Questi appelli, che in circostanze diverse avrebbero forse lusingato il suo amor proprio, dimostrarono invece al Ferrari la necessità di chiarire la sua posizione politica ani maggiori problemi del momento, dato che tale posizione era fraintesa dai suoi stessi amici. Nel 1860, si era trovato solidale con quasi tutti i capi della Sinistra nel voler impedire, o perlomeno differire, l'annessione del Mezzogiorno, ma nell'estate del 1862 le cose erano ben diverse. La Sinistra era gii profondamente divisa tra coloro che volevano veramente meritarsi l'appellativo di Partito d'Azione (e seguivano Garibaldi) e coloro che, voli retorici a parte, accettavano la politica dei moderati nelle questioni fondamentali di Roma e del Mezzogiorno. A questi ultimi, in un'interpellanza del 3 agosto 1862, Il Ferrari dirigeva sostanzialmente le stesse accuse che aveva dirette sin dal 1860 al Cavour ed al Ricasoli, di voler, cioè, reprimere la rivoluzione italiana nelle questioni di politica interna (come ai era visto nel Mezzogiorno), mentre la
1 Dasvi a Ferrari, Napoli, 4 febbraio 1862, ibidem.
*) Cfr. Antodio Moidini a Ferrari, Napoli, 8 aprile 1862, ha ANTONIO MORTI, a. cu., p. 177.
*> Ferrari a Cavaleri, sJM 3 febbraio 1862 (MRM, Archivio Ferrari, cartella XXXIV, Plico 55).
*> Cfr. A- CAPONI:, op, eli., p. 122.
) Cr per esempio, Giuseppe Costantini a Ferrari, Palermo, 7 luglio 1862, riprodotta fai appendice.