Rassegna storica del Risorgimento

FERRARI GIUSEPPE; QUESTIONE MERIDIONALE
anno <1974>   pagina <86>
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gir retalo! ohe ho potuto stringare; Napoli ed un tUferiia hWafifwhjU d'inno leiiii MÌ misero In mi Min* di giunsero al fonilo ili tutti gli abitai.
Anco qui in Sicilia tono gravi i guai la rorrualone è minore che tini Napo­letano, ma la violenza a mano armala maggiorai piò rubicondo a lo scoppio M-l'ira, fulmina sanguineo, poro a lotto potrebbe Mere riparato ove nella salava oraaniaaaaione non al aacoltl che la voco aolenno della pura giustizia. In qu*. si'opcru Sella troverà due uomini che gli barreranno la abrada, Scialoja, chiara di volta dell'alta camorra finanziaria napoletana, dicati aver agli ammaMaio dal 1839 in poi alcuno centinaia di migliala di franchi; e Caccia polla Sicilia, In fama di già borbonico pioto; indi por calcolo unitario. Intrigante, violento; io non giudico, riferisco.
Qualcuno lo appunta anche dal lato dell'onestà, ma i più lo ritengono do questo lato puro.
Egli sotto il Luogotenente Della Rovere destituì otto impiegati della do­gana, uno fra gli altri che gli aveva mossa una sanguinosa polemica; Q paese approvò in generale le misure, ma la condanna di accordare una protezione spinta ad altri impiegali che ne sono immeritevoli, ma con cui è intimamente legato, perché gli salvarono la vita quando il popolo volevano [sic] ucciderlo come borbonico. Di Scialoja e di Caccia io non scrìssi al Ministro, ma al mio ritorno gli parlerò prudentemente ma come fratello. Se Egli ai sente la forza di moralizzare l'Amministrazione, e quindi la nazione, io se lo desidera continuerò a prestargli la mia opera, ma in coso diverso e se Caccia per motivi che io saprò rispettare continuerà a reggere le Gabelle comprenderete bene che io sarò felice di ritornarmene a Milano e meglio d'andarmene alle fresche e dolci acque mon­tanine. Ecco la vera situazione di evi vi prego a serbare il segreto.
Per me sarà sempre gradita cosa il rammentare questa missione che mi fece conoscere molte persone egregie dalla coi memoria spero che non Barò can­cellato, e di aver mostrato all'Italia che la rigenerazione dell'azienda delle Ga­belle non è né impossibile né difficile.
La legge sul bollo e registro fece nelle Provincie meridionali quell'effetto che vi rammenterete avervi io predetto, ma purtroppo la mia voce non fu ascoltato.
Guai che a questa legge un'altra ne seguisse di simil conio; ci sarebbe tutto a temere, il minimo degli inconvenienti sarebbe la violenta inosservanza.
[Giovanni] Raffaele e Costantini vi mandano cordiali saluti, conobbi qui altri personaggi, tutti per me gentili e cortesi.
Vi avverto che, ove il mare lo acconsenta, il giorno 9 partirò per Messina, ove mi tratterrò fino al 15 per indi essere di ritorno a Torino tra il 20 e il 25 del corrente.
Amate il vostro affano amico. A Messina alloggerò alla Vittoria.
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Giuseppe Costantini a Ferrari (MRM.Fcrrori.XVIIL27,C)
Palermo, 7 luglio 1862
Egregio Professore,
Riscontro la carissima vostra del 23 scorso, nella quale davate il piacere di farmi acquistare la conoscenza del Commendator Cappellari.