Rassegna storica del Risorgimento

anno <1974>   pagina <538>
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Maria Garbali
nella sostanza, postulavano la preparazione del paese alla guerra. E nessuna con­cessione a componenti sentimentali vi era nella relazione del De Frenzi su La politica delle alleanze che aveva la sua conclusione logica in un preciso o.d,g. a firma Arcari, dove si respingeva ogni valutazione sentimentale delle al­leanze , ossia l'avvicinamento a certi paesi in nome della loro tradizione libe­rale-parlamentare. *) Anche i rapporti con i giovani liberali, più di scontro che d'incontro, specie sulla politica economica per la quale essi difendevano un in­dirizzo liberista, non potevano certo confermare l'ipotesi del Sighele di un nazionalismo come partito audacemente liberale.2) Eppure egli non dubitò della funzione storica del Congresso e fu eletto a far parte del Consiglio Cen­trale della Associazione ; ma, nella sostanza, era già in una casa non sua.
La seconda delle opere di Scipio Sighele sul nazionalismo, H nazionalismo e i partiti, politici, scritta all'indomani del Congresso, è una lunga e fondamen­tale meditazione per ricercare il nucleo ideologico del nazionalismo costi­tuito in corrente se non ancora in partito che non era emerso, se non in forme disorganiche, a Firenze. Il testo del Sighele può essere considerato esem­plare perché la sua meditazione si articola in una specie di dialogo con gli altri uomini del nazionalismo (Corradini, Arcari, De Frenzi, in particolare), an­ch'essi impegnati in un'opera di chiarificazione, e perciò i suoi -dubbi riecheg­giano i dubbi di altri in una panoramica che riflette tutto il travaglio del nazio­nalismo dopo il suo primo Congresso. Il lavoro è da leggersi però tenendo pre­sente la assoluta mancanza di esperienza politica in senso stretto del suo autore; vi si sente l'uomo che non ha mai partecipato alla vita partitica e che perciò non conosce i compromessi con l'ideale, le esigenze di calare il pensiero nella praticità dei programmi, le difficoltà di comporre i conflitti nella struttura di una organizzazione. È, questo, un limite che traspare da una certa ingenuità di fondo, accentuata da una incrollabile fede nei valori del patriottismo, che lo rende incapace di capire l'esatta portata politica del fenomeno preso in esame. In questa prospettiva devono essere collocati anche i suoi richiami all'imperia­lismo, alla guerra o ad altri temi che, nel contesto e soprattutto nel tono della sua opera, dissolvono la carica provocatoria che sembrerebbero avere in una lettura superficiale. Da questo limite deriva però anche il pregio dell'opera, che si muove in un mondo di principi, riportando l'accadimento politico alle sue scaturigini culturali.
Scipio Sighele, introducendo l'opera, coglie con acutezza i precedenti let­terari ed estetizzanti di una parte dei nazionalisti,3) quella sedotta dai temi del­l'aggressività imperialista, e l'irredentismo o il patriottismo democratico del-
1) Ecco il testo dell'o.d.g. sulla politica estera: II convegno preso atto della relazione De Frenzi, respinta ogni valutazione sentimentale delle alleanze e degli accordi internazio­nali, propugnando un concetto realistico rivolto solo agli interessi e alla dignità della na­zione, constatando che la politica seguita negli ultimi anni è stata sterile di quei vantaggi per cui fa accettata, invoca un indirizzo di politica militare ed estera che ci conduca, nel momento della scadenza dell'attuale alleanza, completamente preparati a denunciarla od a rinnovarla contro precisi vantaggi F.to Paolo Arcari. Ibidem, p. 129.
?) Ibidem, pp. 194-210.
3) Erano nazionalisti per ragioni estetiche piuttosto che per ragioni pratiche: il loro nazionalismo era un fenomeno letterario ed aristocratico: era un classicismo. E sogna­vano di nazionalismo e di imperialismo come si sogna di una perfetta opera d'arte , Il na­zionalismo e i partiti politici cit., p. 6.