Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1974
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pagina
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542
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Maria Garbari
NelTaddentrarsi nei motivi dell'opportunità dell'istituto dell'autonomia al quale affiderebbe ampissime facoltà il Sighele accenna anche alle materie che il potere centrale non potrebbe delegare, ed è curioso come egli forse inavvertitamente abbia davanti il modello dell'Austria e della sua costituzione: Le amministrazioni della Guerra, della Marina e degli Affari esteri, e l'amministrazione delle Finanze che è la base di quelle, non potrebbero essere decentralizzate senza colpire al cuore l'unità nazionale .l) Esplicito è invece l'accenno alla Prussia che, pur forte e centralizzata militarmente, ha applicato, afferma il Sighele, il decentramento in una mirabile rete di autonomie.
Una notevole parte del lavoro del Sighele è dedicato ai rapporti fra il nazionalismo e la democrazia, cioè al discorso caratterizzante la sua posizione nell'interno del nazionalismo. L'argomento si struttura in tre tempi: II processo alla democrazia, La difesa della democrazia, Nazionalismo e democrazia.2) Nel Processo è fondamentale il panorama delle correnti culturali che muovevano all'assalto della democrazia, dai reazionari francesi (capeggiati dal Maurras), al conservatorismo di certi positivisti, alla filosofia di Giorgio Sorel. Ed è esatta questa intuizione del Sighele della derivazione irrazionalistica, di stampo prevalentemente francese,' del nazionalismo italiano: tema che appassionerà la storiografia contemporanea nella ricerca della matrice ideologica dei fascismi europei e delle diversità nell'origine dottrinale fra fascismo italiano e nazismo. La sua Difesa della democrazia, è, in realtà, una difesa del sistema democratico, ossia del meccanismo rappresentativo che per il Sighele malgrado le critiche dottrinarie o le limitazioni pratiche con cui vorrebbero negarlo o soffocarlo i suoi nemici, non è né può essere rifiutato da alcuno .3) Non che egli abbia dimenticato le riserve contro la corruzione del parlamento espresse nell'opuscolo Contro il parlamentarismo, né che risparmi le sue critiche ai mali della vita politica italiana o di altri paesi;4) infatti la sua opera si conclude con un capitolo di critica a Giolitti dittatore del parlamento. Ma gli pare che certe forme degenerative della vita politica non siano imputabili al sistema rappresentativo e che perciò non incrinino la logica della sua difesa e delle ragioni addotte in sostegno della democrazia contro gli attacchi degli aristocratici. E la conclusione di questa difesa è che il suffragio universale appare non come il più perfetto ma come il meno imperfetto dei sistemi elettorali : 5) così gli pare di poter tirare le somme alla fine del suo discorso nel quale si è posto ad uno ad uno i pericoli del voto concesso a tutti e le tradizionali obiezioni contro l'incompetenza della massa. Inoltre il sistema rappresentativo, nonostante i suoi limiti ed i pericoli che comporta, è insostituibile anche come mezzo educativo: bisogna avere il coraggio di dare questa quota minima di diritti politici perché il popolo impari a farne, con la pratica, un uso retto. Anche in Austria si
mento della ** grande patria ". Invece a me non pare vi sia dissidio fra il piccolo patriottismo e il patriottismo grande: a me pare che l'uno raddoppi l'altro, lo amo il mio Trentino appassionatamente, e forse è questa l'oscura ragione per cui amo appassionatamente anche l'Italia . Ibidem, pp. 120-121.
1) Ibidem, p. 123.
2) Ibidem, cap. IV, pp. 145-190,
3) Ibidem, p. 162.
4) Alcuni parlamentari sembrano eletti con un metodo di selezione a rovescio, giacché essi, secondo una frase di uno spirito arguto, possono definirai una oligarchia di " superiorità inferiori w . Ibidem, p. 167.
5) Ibidem, p. 173.