Rassegna storica del Risorgimento
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1974
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Maria Garbari
la nazione sia odio per il popolo . l) E, in fondo, per quanto protestasse la sua fede nazionalista egli era già fuori da una Associazione della quale capiva troppo per non criticarla ed anche troppo poco per non andarsene subito, una Associazione fatta per nomini come il Coppola che, proprio in polemica con Sighele, poteva scrivere: io sono uno a cui gli immortali principi dell'Ottan-tanove muovevano alquanto la nausea .2)
Il Congresso di Firenze aveva avuto fra le sue parole d'ordine quella della guerra come manifestazione di potenza nazionale. Ora, nel 1911, sembrava che rapidamente si avverasse il voto dei nazionalisti con l'ultimatum del 27 settembre alla Turchia e la successiva dichiarazione delle ostilità. Quella guerra che nell'opinione di taluno avrebbe dovuto indirizzarsi alla liberazione delle terre non ancora redente, prendeva corpo invece come guerra coloniale; e, benché controllata dall'abilità politica e diplomatica di Giolitti, parve una vittoria delle tesi nazionaliste e della campagna di stampa tanto vuota quanto magniloquente sostenuta dagli ambienti della Associazione .3) Agli inizi dello stesso anno Gualtiero Castellini pubblicava il volume Tunisi e Tripoli,4) note di un viaggio compiuto quattro anni prima in Africa per iniziativa della Lega navale italiana , dedicandolo allo zio : A Scipio Sighele con devozione filiale . Non ci consta che il Sighele seguisse con particolare fervore la preparazione dell'impresa libica, impegnato com'era nella stesura de II nazionalismo e i partiti politici e nella raccolta di dati anagrafici, relativi alle terre irredente, da dedursi dal censimento, soprattutto per quanto riguardava la lingua d'uso. Dati che gli erano stati spediti immediatamente da Trieste, ma non da Trento dove scriveva per sollecitare il Tambosi, lo Scotoni5) ed il Conci.6)
Gualtiero Castellini aveva avuto però il modo di legare l'espansionismo coloniale all'irredentismo ed auspicare il primo senza dimenticare il secondo in una prefazione dove, partendo da Trento e Trieste, si ribadiva la presenza di una coscienza irredentista italiana ma non di quella coloniale che la sua opera avrebbe avuto il compito di collaborare a far sorgere. Con queste premesse egli poteva dedicare -al Sighele un volume contenente secondo le parole del Molinelli una raccolta di impressioni e di conclusioni assai superficiali e spesso erronee che avrebbero però costituito lo schema sul quale si sarebbe poi modellata tutta la propaganda nazionalista a favore dell'impresa .7)
1) Ibidem, p. 180.
2) Videa nazionale, 2 maggio 1912.
3) Sul significato che la guerra libica assunse nel nazionalismo italiano e sulla campagna di stampa preparatoria al conflitto, vedi i lavori di R. MOLINELLI e F. GAETA cit.
*) GUALTIERO CASTELLINI, Tunisi e Tripoli, Milano, Bocca, 1911. La prefazione porta la data 1 marzo 1911 e la pubblicazione è del maggio dello stesso anno.
5) Italo Scotoni (1876-1927), di Trento, liberale, nazionalista, fautore della collaborazione con i socialisti, amico di Cesare Battisti.
6) Vedi lettere a G. Pedrotti, da Nago, in data 9 agosto 1911; 14 agosto 1911; 17 agosto 1911. I dati furono utilizzati per II pericolo Tedesco nel Trentino e II pericolo Slavo, che compaiono in appendice a Ultime pagine nazionaliste cit. H censimento del quale parla Sighele è quello del 1910, i cui risultati erano vivamente attesi da tutte le partì, etniche e politiche ai fini del loro utilizzo per il conflitto nazionale. Sui criteri seguiti dall'Austria in questo censimento si alimentò una accesa polemica, scientifica e politica. Per il censimento e le conscguenti polemiche rimandiamo a UMBERTO CORSINI, Le minoranze italiane nell'Impero Austro-Ungarico cit., pp. 151-154 note.
7) R, MOLINELLI, Il nazionalismo italiano e Vimpresa di Libia cit., p. 291. Rico** diamo ohe il Castellini diede un giudizio abbastanza equilibrato sull'apporto effettivo della