Rassegna storica del Risorgimento
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1974
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Maria Garbati
parte, pure per il solo fatto che vengono diffuse hanno un grande valore. A me impressiona poi anche il fatto che il Corriere ha assunto da qualche tempo un tono verso l'Austria che non aveva mai avuto. Tu sai come io la pensi riguardo al Corriere. È un giornale che non si sbilancia, di grandissima prudenza, che pensa solo o soprattutto ai suoi affari, e che ha dato molte prove di servilità verso l'Austria. Ora, come mai è divenuto relativamente audace? Ordini da Roma, forse? Tutto è possibile. Certo non è possibile che il Corriere spontaneamente si permetta quel linguaggio che da qualche tempo si permette e che secondo me è un buon sintomo. È un sintomo cioè che alla Consulta si veglia, che non siamo più gli eterni ingenui della politica internazionale e che, qualunque cosa avvenga, siamo preparati e stiamo ad occhi aperti. Quello che avverrà, ossia quello che farà l'Austria, non si sa; ma io vorrei sperare se il desiderio non mi illude che il nostro governo ha preso le sue precauzioni per non restare in nessun caso a mani vuote Alla fine del mese andrò a Roma [...] E speriamo non solo di dire a Giolitti tante cose, ma anche di sentirne qualcuna da lui. [...] Quanto al nazionalismo, avete fatto bene tanto tu che Larcher a dare le dimissioni. Marchetti stesso mi scrive incerto se ha fatto bene a rimanere. Dal nostro punto di vista poi, per ottenere qualcosa e soprattutto per essere graditi in alto loco (re, Giolitti ecc....) è meglio esser fuori del nazionalismo ufficiale, il quale è diventato a tutti e soprattutto in alto molto antipatico. Anche questo me lo scrive Marchetti con strana ma lodevole sincerità .
Questa lettera, nella quale notevole è l'accenno delle poche simpatie che 1*Associazione nazionalista godeva nelle sfere governative ed anche presso la Corte, può essere considerata come l'ultimo documento del pensiero politico di Scipio Sighele. Dal febbraio del 1913 la sua corrispondenza con Giuseppe Florio rivela un contìnuo alternarsi di iniziative per la Trento e Trieste e di rammarico per non poter partecipare, attivamente e di persona, alla vita della Società per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Immobilizzato, per una ulteriore ricaduta, a Viareggio ( Disgraziatamente, son tornato a star male. Il mio cuore sfiancato mi ha costretto a letto proprio quando speravo di poter lasciare Viareggio ) e disperando di poter partecipare ai lavori del Consiglio della Trento e Trieste e, successivamente, al congresso della società a Mantova, decideva di dare le dimissioni da Presidente nazionale: La prego altresì di voler prender nota che io invierò una lettera ufficiale di dimissioni da Presidente, per ragioni imprescindibili di salute [...] Ella può difficilmente immaginare con quanto dolore Le scriva tutto ciò, e con quanto rimorso io consideri il nulla che ho fatto per la nostra associazione, pur avendo avuto tutte le buone intenzioni l . *)
Le condizioni di salute gli impedivano anche di recarsi a Roma, in maggio, per parlare ancora con Giolitti e di San Giuliano.2) Eppure egli sperava ancora di riprendersi e magari di ritornare nel suo Trentino, ma temeva di non ottenere un salvacondotto, malgrado le pratiche fatte.3) Intanto non cessava di interessarsi agli avvenimenti trentini e lodava la energica condotta del Tambosi nelle belle dimostrazioni di Trento .4) Nel giugno riusciva a raggiungere Mal
ti Lettera di Scipio Sighele a Giuseppe Fiorio, da Viareggio, in data 6 maggio 1913.
2) Lettera a Giovanni Pedrotti, da Firenze, in data 15 maggio 1913.
3) Stesso lettera al Pedrotti.
) Lettera a Giovanni Pedrotti, da Firenze, in data 17 moggio 1913.