Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1974
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pagina
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559
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H pensiero politico di Scipio Sighele 559
cesine, ma non il Trentino, non avendo ottenuto il salvacondotto: di qui scri-veva al generale Brusati e spediva i giornali che parlavano del passaggio dei reali d'Italia da Trento, avvenuto il 10 luglio; dubitava però di averne una risposta dato il tema delicatissimo .*)
L'ultima sua lettera a Giovanni Pedrotti fra quelle conservate nei mazzi presso il museo del Risorgimento in Trento è scritta da Culi gli ano, in data 1 agosto 1913; in essa Scipio Sighele si rammarica di non poter ristabilire la verità dei fatti attraverso la Tribuna che in certi argomenti si lascia dirigere da criteri di opportunità politica: difficile sapere a quali fatti egli alludesse, dato che manca ogni altro suo scritto per specificarlo.
Da Cutigliano passò a Viareggio e poi a Firenze mentre le sue condizioni fisiche continuavano a peggiorare: la morte Io colse, in questa città, il 21 ottobre 1913.
Dalla sua morte ebbe vita, sui giornali del Trentino, la sua apoteosi: Il Popolo del 22 ottobre, gli dedicava tutta la prima pagina listata a lutto con degli articoli, attribuibili a Cesare e ad Ernesta Battisti, nei quali si presentava in modo centrato la sua figura scientifica e politica. Nello stesso giorno altrettanto rilievo la notizia aveva suìHMZto Adige che dedicava la prima pagina all'annuncio della morte ed alla biografia di Sighele. Nei giorni successivi non cessarono, sull'uno e sull'altro quotidiano, le notizie date sempre con grande rilievo, dei funerali, delle dimostrazioni di cordoglio, degli echi della stampa, delle partecipazioni ufficiali e private al lutto. Il 24 ottobre Enrico Ferri inviava un telegramma di condoglianze all'Alto Adige, pubblicato con somma evidenza: Enrico Ferri in onore di Scipio Sighele,2'
Le manifestazioni di cordoglio ripresero con tono più accentuato ancora in occasione del trasporto della salma nel Trentino e del funerale, svolto il 16 novembre a Nago, che l'Austria aveva concesso purché si effettuasse in forma privata. Nonostante la presenza del Consigliere distrettuale di Riva, Felice Gabos (che si disse prudentemente rimase all'esterno del cimitero) e di sei agenti di P.S., intervennero le rappresentanze di molti comuni trentini, di tutte le associazioni patriottiche, alpinistiche, della corrente liberale e socialista, della Associazione degli Studenti Trentini; intervennero parenti, amici, ammiratori anonimi di tutte le classi sociali; diversi giornali mandarono i loro inviati. Al momento della tumulazione presero la parola Giovanni Pedrotti, come parente ed amico, ma anche come liberale e presidente della Società degli Alpinisti Tridentini; Ferruccio Zeni, vice presidente della Associazione degli Studenti Trentini ; Antonio Pisce!3) per i socialisti, il cav. Gerloni a nome degli sportivi.
La stampa dedicava parecchie colonne non solo alla cronaca dei funerali corale manifestazione di sentimento patriottico , ma anche alla rievocazione
1) Lettera a Giovanni Pedrotti, da Malcesine, in data 11 luglio 1913.
2) Vedi: giornale Atto Adige, a. XXVIII, n. 241 del 21-23 ottobre 1913; n. 242 del 22-23 ottobre; n. 243 del 23-24 ottobre; n. 244 del 24-25 ottobre. Il Popolo, a. XIV, n. 4028 del 22 ottobre 1913; n. 4029 del 23 ottobre; n. 4030 del 24 ottobre.
3) Antonio Piscel (1871-1947) trentino, laureato in legge, irredentista, persona di primo piano del socialismo trentino. Proveniente da una formazione positivista anziché marxista, fu sostenitore di un socialismo umanitario, riformista e legalitario. Durante la guerra 1915-1918 collaborò, a Milano, al servizio di informazioni dello Stato Maggiore Italiano. Nel 1917 fu a Stoccolma per la conferenza internazionale socialista per la pace, portando un memoriale dei socialisti trentini.