Rassegna storica del Risorgimento
ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
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1974
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La rivoluzione dei Giovani Turchi
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costituzione, il movimento giovane-turco raggiunse l'apice del successo; successo effìmero poiché, dopo un anno, il sultano Abd ul Hamid licenziò il parlamento tornando al governo assolutista, a lui più congeniale: su questa linea governo, infatti, per trentanni tentando di estirpare ogni tendenza innovatrice. Il centro dell'attività rivoluzionaria si portò, dunque, all'estero: nel 1893 si trasferì a Parigi l'associazione politica Unione e progresso , il cui primo comitato si era costituito a Ginevra due anni avanti.J) In realtà, il problema della costituzione turca era alquanto complesso; concessa per togliere ogni pretesto all'intervento russo in favore della Bulgaria, ribellatasi nei primi mesi del 1876, essa rappresentava uno strumento di politica estera piuttosto che di politica interna.2) Mancò, inoltre, agli oppositori quella omogeneità d'intenti che avrebbe permesso una diversa capacità di incidere sulla politica del sultano, il quale, proprio nei trenl'anni di governo assoluto, si era trovato a fronteggiare i gravi problemi nazionali posti dalle province armene e macedoni. Queste, infatti, seguendo l'esempio dei popoli europei soggetti (Bulgari, Serbi, Montenegrini e Albanesi), alimentarono una lunga lotta che forni alle potenze europee il pretesto per accentuare la politica di ingerenza negli affari interni della Sublime Porta. Politica di ingerenza che aveva trovato nel XIX secolo una vasta applicazione, giustificata dalla ricerca di un equilibrio internazionale il cui cardine era costituito dall'integrità degli imperi plurinazionali e in particolar modo dall'impero ottomano che, pur nell'endemica debolezza politica, costituiva un sicuro freno all'insorgere di possibili conflitti tra quegli Stati interessati a raccoglierne l'eredità.3)
zioni sul movimento dei Giovani Turchi. Se ne indicano sommariamente: V. MANTEGAZZA, La Turchia liberale e le questioni balcaniche, Milano, 1908; P. FESCH, Les jeunes Turcs, Paris, 1909; R. PINON, L'Europe et la Jeune Turquie, Paris, 1911; W. MILLER, The Otto-man Empire (1801-1913), Cambridge, 1913; N. IOHGA, Histoire des Etats Balcaniques à Vepoque moderne, Bucarest, 1914, pp. 421-458; . DURHAM, Venti ama di groviglio balcanico, Firenze, 1923, pp. 205-246; Gol. LAMOUCHE, Quinze ans oVhistoire balcanique (1904-1981), Paris, 1928, pp. 68-113; E. ANCIIIERI, DalVimpero ottomano alla nuova Turchia, in La Nuova Turchia, Roma, 1939, pp. 9-49; F. COGNASSO, Storia della Questione d'Oriente, Torino, 1948; fra le opere più recenti cfr.: E. E. RAMSAUR, The Young Turks. Prelude to the revolution of 1908, Princeton, 1957; L. PIETROMARCHI, Turchia vecchia e nuova, Milano, 1965, pp* 77-88; R. RISTELHUEBER, Storia dei paesi balcanici, S. Casciano, 1970, pp. 291-311; A. TAMBORRA, L'Europa centro-orientale nei secoli XIX-XX (1800-1920), voi. II in Storia Universale Vallardi, Milano, 1973, pp. 571-583; R. RAINERO, Storia della Turchia, Milano, 1972.
!) R. RISTELHUEBER, op. cit., pp. 291-311.
2) La costituzione, elaborata su modello europeo ad opera degli ambienti liberali torchi, ai componeva di 119 artìcoli: monarchia costituzionale con il sultano capo del popolo, califfo dell'Islam e sovrano di tutti gli ottomani; Parlamento bicamerale con governo responsabile di fronte ad esso. Questi, sommariamente, gli elementi più interessanti che si riallacciavano, per quanto riguardava le libertà garantite a tutti i sudditi, ai vari decreti delle Tanzimat. Cfr. R. RAINERO, op. cit., p. 218.
3) Sulla politica di ingerenza delle potenze europee, che trovò il suo apice nella guerra di Crimea e nel Congresso di Berlino del 1878, oltre alle opere già cit., cfr. G. B. HEPTOERSON, Crìmean War Diplomacy, Glasgow, 1947; E. ANCHIERI, Costantinopoli e gli Stretti nella politica russa ed europea dal trattato di Quciuk Rainargi alla convenzione di Montreux, Milano, 1948; F. VALSECCHI, L'alleanza di Crimea, Firenze, 1968; A. TAMBORRA, Crisi d'Oriente, guerra di Crimea e polemiche politico-religiose fra cattolici e ortodossi (1853-1856), in Clio, 1969, pp. 169-191; A. F. M. BIAGINI, La crisi d'Oriente del