Rassegna storica del Risorgimento

ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
anno <1974>   pagina <566>
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Antonello Folco Maurizio Biagini
prietà italiana, mentre mia ditta italiana si era viBta negare la retribuzione pat­tuita per lavori eseguiti su commissione del vali di Tripoli; il fermo intervento dell'ambasciata italiana aveva portato alla immediata ripresa dei lavori, mentre il vali di Tripoli si era affrettato ad offrire all'imprenditore italiano la carica di ingegnere capo del vilayet. Tutto ciò, commentava l'Elia, dava allTtalia oltre alla voluta soddisfazione, anche una posizione non trascurabile nei riguardi di quella penetrazione pacifica che è nell'intenzione del governo del re di eser­citare in Tripolilania . *)
In sostanza, dunque, l'atteggiamento di fondo degli addetti militari è for­temente critico verso la situazione attuale dell'amministrazione ottomana, scet­tico riguardo le possibilità di un'azione ri formatrice imposta dall'esterno, ispi­rato a non lieve simpatia per l'opposizione più radicale. Le situazioni breve­mente delineate, il permanente dissesto della finanza pubblica, l'impossibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero erano quindi motivi non secon­dari del malcontento che serpeggiava tra le file degli ufficiali più preparati; l'obbiettivo dei comitati rivoluzionari era quello di ottenere la libertà nella vita interna e la tutela dell'integrità e dignità nazionale nei rapporti internazionali. Per ottenere il secondo intento era necessario conseguire il primo, tuttavia per giungere alla restituzione della carta costituzionale occorreva la forza e, a tal fine, i comitati avevano rivolto la propria opera a guadagnarsi l'esercito che, nonostante tutto, era l'unico elemento a detenere questa forza. Abd ul Hamid, che aveva sempre temuto i pronunciamenti militari, aveva ridotto l'esercito ad una mediocre gendarmeria disperdendolo in numerosi distaccamenti dove le truppe erano malnutrite, insufficientemente attrezzate e alloggiate in pessime ca­serme. Gli ufficiali usciti dai ranghi delle truppe i così detti alayli costi­tuivano la massa dei quadri periferici e si distinguevano per l'assoluta mancanza di cultura; gli ufficiali superiori, numerosissimi, ottenevano le promozioni e gli alti gradi in base al favoritismo di cui godevano presso la corte.2) Non man-
*) V. ELIA, Composizione degli incidenti italo-turchi, Costantinopoli, 10 marzo 1908, rapp. n. 12, pp. 8, A.S.M.E., S.B., pos. cit. Sulla politica di penetrazione pacifica in Tripo-litania cfr. F. MALGERI, Za guerra libica (1911-1912), Roma, 1970 e S. BONO, La guerra Ubica (1911-1912). Considerazioni a margine di un recente libro, in Storia contemporanea, n. a. 1, 1972, pp. 65-83. Nel rapp. sopra cit. l'addetto militare italiano riferiva che si era giunti alla composizione della ce questione di Eraclea che si trascinava da più di un anno. Nel 1907, infatti, alcuni capitalisti italiani (Corinaldi, Volpi ed altri) avevano ottenuto la concessione per Io sfruttamento del bacino carbonifero di Eraclea, concessione che era stata immediatamente contestata dal governo ottomano. La lunga vertenza finalmente con­clusasi non escludeva, secondo l'Elia, la possibilità di nuovi incidenti: l'affare è molto complesso. Vi sono in gioco grossi interessi francesi; ed è sempre assai viva la riluttanza del sultano a permettere la formazione di centri operai a non molta distanza dalla capitale. Le imprese minerarie poi sono seguite con occhio particolarmente geloso dal governo e dai personaggi importanti dell'impero, che vedono malvolentieri sfruttati da forestieri degli ele­menti di risorsa per l'erario e di guadagno per essi , rapp. cit., p. 8.
2) Prima del 1800 l'organizzazione militare ottomana era essenzialmente basata sulla forza dei giannizzeri; nel 1843 fu approvata la prima riforma dell'esercito: reclutamento regionale, servizio limitato ai soli mussulmani (i non mussulmani pagavano una tassa di esenzione), unità di prima linea (nizam) e di seconda linea (redif) con quadri permanenti. H territorio era ripartito in ordii (armate) composti ciascuno di sei alay (reggimenti) di fanteria, 4 di cavalleria, uno di artiglieria. Il I ordii presidiava l'Anatolia occidentale, il II le regioni orientali dei possedimenti europei e l'Anatolia orientale, il III le regioni occi-