Rassegna storica del Risorgimento
ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
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1974
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568
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568 Antonello Folco Maurizio Biagini
contingenti, ma -erano sapientemente sfruttati dai Giovani Turchi soprattutto nel territorio del III orda che era stato scelto quale primo campo d'azione poiché ivi era il maggior numero di truppe, maggiore la percentuale degli ufficiali più giovani e preparati provenienti dalle scuole chiamati mektebli e maggiori erano le aspirazioni verso un regime liberale e costituzionale. La presenza degli europei e degli organismi delle riforme, lo stesso trasferimento del comitato Unione e progresso a Salonicco nel 1906, sono gli altri elementi che spiegano il perché della scélta.
Lo spirito di fronda era ampiamente noto al governo della Sublime Porta che nei giugno del 1908 convocava a Costantinopoli il comandante del presidio di Uskub (Ekoplje), Osman Rifaat pascià, ed alcuni ufficiali di Stato Maggiore, Una larga parte di questi veniva trasferita immediatamente in Asia,1) mentre al comandante si ordinava di procedere a severe inchieste contro il movimento dei Giovani Turchi. I risultati non tardarono a manifestarsi. Otto ufficiali furono arrestati e sottoposti al Consiglio di guerra con l'imputazione di mene liberali e connivenza con il comitato rivoluzionario bulgaro , mentre tutti gli altri sospettati furono oggetto di stretta sorveglianza. L'incrudire della repressione provocava il diffondersi di un profondo sentimento di inquietudine e di tensione che il 3 e 4 luglio portava alla diserzione di Niazi effendi (aiutante maggiore), ufficiale del distaccamento di Resna (fra Monastir e Ochrida), il quale si rifugiava sui monti con circa ottanta soldati dopo aver asportato fucili, munizioni e denaro; ad essi si unirono ben presto funzionari civili e mussulmani non militari. Con il precipitare degli eventi altri ufficiali, soldati e civili, soprattutto albanesi, andavano ad ingrossare le file dei ribelli. H 6 luglio veniva ucciso il comandante delle truppe inviate da Uskub a Monastir per reprimere la rivolta: i soldati si rifiutavano apertamente di marciare contro i ribelli che godevano quindi di ampia immunità.2) Non sfuggiva tuttavia all'addetto militare italiano quello che diverrà, poi, uno dei più gravi problemi per il governo dei Giovani Turchi, i rapporti cioè con le nazionalità componenti l'impero al di là delle affermazioni sull'uguaglianza e la giustizia. Con precisa intuizione il tenente colonnello Elia osservava: ove però questi [avvenimenti] avessero uno sviluppo nel senso di un movimento liberale e giovane-turco bisognerebbe attendersi a veder entrare in campo gli albanesi, quali strenui difensori di quella stessa autorità assoluta e indiscussa del padiscià sui suoi soggetti alla quale essi sono i primi a ribellarsi quando urta contro il loro spirito di autonomia e di indipendenza.3) In altri rapporti l'addetto militare, seguendo con attenzione il complesso svolgersi degli avvenimenti, informava sull'uccisione dei delatori del sultano, sul proclama dei rivoltosi e sul favore con cui la popolazione aveva accolto il movimento osservando come la particolare situazione dell'impero Ottomano, le continue sommosse delle varie nazionalità, la necessità di tener mobilitato un ingente numero di unità, le ingerenze straniere a vantaggio ora dell'una ora dell'altra confessione cristiana, lo sfruttamento delle
J) V. ELIA, Provvedimenti disciplinari, Costantinopoli, 27 giugno 1908, rapp. n. 50, pp* 4, À.S.M.E., S.B., r. 35 a, pos. dt.
2) V. ELIA, Pronunciamenti e ribellioni nel II e IH ordii. Manifestazioni di Già* vani Turchi, Costantinopoli, 8 luglio 1908, rapp. n. 54, pp. 10, A.S.M.E., S.B., r. 35, pos. cit.
3) V. ELIA, Sguardo retrospettivo cit., p. 10.