Rassegna storica del Risorgimento

ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
anno <1974>   pagina <570>
immagine non disponibile

570
Antonello Folco Maurizio Biagini
sultano, al generale Ugo Brasati,l) aiutante di campo del re. H rapporto, scritto la aera del 24, costituisce un prezioso documento sugli avvenimenti vieti dall'in terno del palazzo imperiale al termine di una giornata che resterà storica. La sera del 23 il sultano aveva invitato il Romei a trattenersi a palazzo per discu­tere sui recenti avvenimenti politici e durante la notte arrivavano da Salonicco e Adrianopoli le disastrose notizie del pronunciamento militare e la richie­sta di ripristinare la costituzione. Il Consiglio dei Ministri, immediatamente convocato, constatava l'impossibilità di fronteggiare la situazione e consigliava il sultano di aderire alle richieste dei Giovani Turchi.: Fu un momento di tre­pido silenzio, scriveva il Romei per dieci minuti il sultano, pallido, fissò, senza dire parola, tutti i suoi ministri . Era la fine del potere assoluto, un po­tere per il quale, come aveva scritto il tenente colonnello Elia al generale Bra­sati, il sultano avrebbe preferito rinunciare alla sovranità in Rumelia piuttosto che privarsene2) Convocato dal sultano in udienza privata la mattina del 24 il maggiore Romei esponeva, con assoluta franchezza , i motivi di una così grave ribellione: il regime di spionaggio che circondava gli ufficiali, il malcon­tento provocato dalle ingiuste promozioni, le irregolarità nel pagamento degli stipendi, l'assenza di un qualsiasi sentimento di disciplina. Ho visto scri­veva ancora il Romei che le mie parole impressionavano e molto spesso stupivano S.M. il sultano che al momento del congedo esclamava: Mi hanno tutto nascosto e mi hanno ingannato . La lettera del Romei, pubblicata in ap­pendice, rivela un atteggiamento critico nei confronti della rivoluzione: atteg­giamento che, con ogni probabilità, nasceva dalla particolare situazione in cui l'ufficiale italiano quale aiutante di campo del sultano, veniva a trovarsi. Il 2 agosto infatti esprimeva al generale Brasati il proprio desiderio di rientrare in Italia precisando che solo le pressioni dell'ambasciatore italiano, marchese Imperiali, lo facevano desistere al fine di non dar luogo a false interpreta­zioni .3)
Una diversa posizione assumeva invece il tenente colonnello Elia che nei due rapporti del 29 e 30 luglio giudicava positivamente la conclusione degli av­venimenti e si domandava come la costituzione sarebbe stata accolta. Da un re­gime di opprimente controllo poliziesco e di sospetto, l'impero era passato ad un regime di libertà mentre nulla era la preparazione di larga parte del po­polo a recepirne il significato e il valore. Pur escludendo un ritorno all'an­tico , il regolare funzionamento del nuovo ordine instaurato dal pronuncia­mento militare sarebbe stato, sempre a giudizio dell'Elia, intralciato dalla mol­teplicità di interessi, di confessioni e di tradizioni.4) Il ripristino del regime
*) Ugo Brasati (Monza 1847-Roma 1936) divenne aiutante di campo di Sua Maestà nel 1900 e nel 1902, raggiunto il grado di tenente generale, fu elevato alla carica di primo aiutante di campo del Re. Partecipò con tale carica alla I Guerra Mondiale. Nel 1912 fu nominato senatore. Come scrittore militare pubblicò nel 1883 Ordinamento degli eserciti germanico, austriaco, francese e italiano e un Breve studio sull'ordinamento dello Stato Maggiore nel 1879.
2) EUa a Brasati, Costantinopoli, 3 agosto 1908, A.C.S., U.B., b. 9, f. V-2-31.
3) Romei a Brasati, Costantinopoli, 2 agosto 1908, A.C.S., U.B., b. 9, f. V-2-31. Scri­veva il Romei: ... Quanto questi giorni siano stati angosciosi e dolorosi lascio a V.E., che mi conosce, di immaginarlo... tutte le amarezze dei giorni che io trascorrerò ancora qua le considero come un dovere verso il nostro sovrano .
4) V. ELIA, Circa l'attuale movimento in Turchia, Costantinopoli, 29 luglio 1908,