Rassegna storica del Risorgimento
ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
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1974
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La rivoluzione dei Giovani Turchi
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vecchi soldati ed ai meritevoli; ho parlato delle irregolarità nella paga degli stipendi, di cui gli ufficiali percepiscono appena la terza parte; e finalmente ho accennato alla mancanza di ogni disciplina gerarchica, che annulla il prestigio di ogni grado. Ho visto che le mie parole impressionavano e molto spesso stupivano SJM. il sultano. Mi hanno tutto nascosto e mi hanno ingannato mi disse congedandomi. Evidentemente S.M. alludeva al deposto Ministro della Guerra, che chiamato a tale carica or sono sedici anni nelle più modeste condizioni finanziarie, la lascia ora con un patrimonio personale di circa venti milioni di franchi. La proclamazione della costituzione è stata accolta da un'esplosione di gioia che, contenuta dapprima nei giusti limiti, sta ora degenerando in licenza. L'improvviso passaggio dall'assolutismo alla libertà, ha fatto smarrire il concetto dei limiti che quest'ultima deve rispettare: e più di tutti hanno perduto questo concetto le autorità civili e militari preposte alla tutela dell'ordine. Lo si è visto chiaramente nei fatti che si sono svolti a palazzo quest'oggi. Al momento in cui scrivo, nove di sera, tutta la popolazione di Costantinopoli, rompendo il tradizionale divieto, sì è riversata ad Hildiz, preceduta da fanfare, portando stendardi con le scritte: Viva il sultano e la libertà , inneggiando alla costituzione, e chiedendo ad alta voce di poter vedere il sovrano e padiscià che da trentanni il popolo non vedeval Era una fiumana imponente, composta di tutti gli elementi sociali, dal serio personaggio chiuso nella redingote, al kurdo scamiciato; tutte le razze, tutte le religioni, tutti gli idiomi del Bosforo erano raccolti intorno ad Hildiz. Alle cinque del pomeriggio lo spettacolo era grandioso: circa cento mila voci chiedevano di vedere il sultano. Se egli si fosse mostrato, sarebbe divenuto subito l'uomo più popolare della Turchia e il movimento liberale avrebbe seguito la sua guida. Disgraziatamente S.M. non intuì l'importanza di quel momento, ed i suoi soliti malevoli consiglieri, temendo che il popolo chiedesse la loro destituzione, spiegarono ogni influenza per impedirgli di mostrarsi. Interrogato, io ho detto ripetutamente che S.M. non poteva esitare: doveva mostrarsi al popolo. Ma il mio consiglio fu vano. E la dimostrazione degenerò in licenza La massa del popolo, quella benpensante, è partita ed ora, intorno al palazzo, non restano che duemila persone costituite dai bassifondi di Galata e di Istambul, che gridano pochi evviva e molte voci sediziose, che giurano di non muoversi per tutta la notte, per tutto domani, finché S.M. non si sia mostrato e non abbia ascoltato le loro ragioni. Come finirà? Non si osa mobilitare i soldati, forse non si pensa neanche, perché qua tutti hanno perduto la testa. E questo è quanto mi ha impressionato di più durante questa memorabile giornata. Nessuno comanda, Tutti danno consigli: pochi agiscono di loro iniziativa e senza coesione. Oggi il popolo avrebbe potuto penetrare dovunque, giungere fino a S.M.; trasportarlo anche altrove. Fu saggezza sua se non lo fece.
Le urla dei facinorosi continuano ed io ritorno sul piazzale della moschea per vedere che c'è di nuovo. Voglia l'Eccellenza Vostra perdonarmi questi quattro scarabocchi, gettati giù con la massima fretta, ma che ritraggono con verità le prime impressioni. Durante queste tre memorabili giornate ho potuto mandare continuamente informazioni a S.E. l'ambasciatore e cosi spero di poter fare domani e in seguito. Conchindo pregando V.E. di permettermi di farLe pervenire, con i miei omaggi, tutte le più devote e profonde felicitazioni per l'altissima onorificenza che S.M. Le ha conferito e della quale soltanto all'arrivo qua ho avuto notizia dai giornali.