Rassegna storica del Risorgimento
ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
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1974
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La rivoluzione dei Giovani Turchi
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padiscià. Domenica, davanti a Hildiz si recò una colonna imponente di dimostranti, quaranta o cinquanta mila persone che alle grida di evviva il sultano, evviva la costituzione volevano vedere il sultano. Al palazzo l'incertezza e l'esitazione erano grandi: i più savi opinavano che And ul Haoiid dovesse mostrarsi, e, se lo avesse fatto, l'effetto morale sarebbe stato grandissimo e la sua popolarità di molto accresciuta; prevalse il consiglio più timido: il sultano mandò alla folla messaggi di ringraziamento, la pregò di sciogliersi e la massa dei dimostranti, che era composta di turchi ed europei fez e cappelli appartenenti alle migliori classi, verso il tramonto se ne andò. Venne allora, a far chiasso intorno a Hildiz, un'altra dimostrazione composta, questa, dai bassi fondi di Galata e di Istambul: plebe facinorosa, attratta ben più dalla speranza di un bachshìsh che non dall'idea della costituzione. Stettero per delle ore gridando e finalmente, verso mezzanotte, il sultano si mostrò per un momento ad una finestra ed emissari suoi fecero scorrere antico sistema del danaro nelle mani dei capipopolo e la turba abbandonò la collina di Hildiz. Una buona occasione era stata perduta, una cattiva abitudine continuata! Il sultano intanto pare non comprendere che il primo provvedimento da prendere sia il disfarsi di tutta la mala genia che ha intorno a sé: di quel governo di palazzo che, sostituitosi finora, in tutte le grandi questioni alla Porta ha tanto intralciato ogni opera benefica per il paese. Ed ora i Giovani Turchi incominciano ad imporre l'allontanamento dell'uno e dell'altro fra i personaggi più invisi e quando il sultano, costretto, dimette l'uno e destituisce l'altro, non ne ha il merito poiché si vede che subisce una pressione e non altro.1) Avanti ieri Ismail pascià, notorio capo di spie, ispettore della Scuola militare, fu sostituito e con lui Essad bey, colonnello direttore della Scuola militare di medicina. La motivazione era per aver istituito un sistema di spionaggio fra ufficiali ed allievi ufficiali, sistema che faceva capo al palazzo ed era direttamente retribuito dalle casse di S.M.I. Ieri il maresciallo Zeki pascià, gran maestro d'artiglieria, mentre si recava a palazzo, fu circondato da gran numero di ufficiali che lo coprirono di contumelie, sputandogli addosso; se ne cavò senza contusioni, ma è da prevedersi la sua sostituzione. Si attirò l'odio dei Giovani Turchi pei suoi propositi reazionari. Fu riportato che la settimana scorsa avesse detto al sultano: rispondo della fedeltà dell'artiglieria, che Y.M. me ne dia l'ordine ed io bombarderò Costantinopoli e rimetteremo all'ordine i facino rosi . Izzet pascià, uno degli uomini più odiati dell'antico regime, primo segretario del sultano e notoriamente organizzatore dei massacri armeni di dieci anni fa, pare finalmente in procinto di andarsene. Fu nominato ispettore dell'Hegiaz, ma tutto porta a credere che non riterrà la sua vita al sicuro finché rimarrà nell'impero e che si imbarcherà per l'Europa. Questa mattina partì per l'Italia Selim pascià Helhamé, ministro dell'agricoltura, non tanto personalmente odiato quanto coinvolto nell'antipatia che prevale contro il fratello Negib pascià, sottosegretario di Stato, più volte impiegato dal sultano per inchieste di polizia politica. Ed altre
i) La descrizione degli avvenimenti e l'interpretazione dei medesimi concorda, sostanzialmente, con quanto scritto dal maggiore Romei al generale Brasati: varia, tuttavia, l'atteggiamento morale. Il giudizio del Romei era, oggettivamente, influenzato dalla particolare situazione di essere al diretto servizio del sultano: la qual cosa spiega l'atteggiamento legalistico che si manifesta nella lettera; più distaccato e più ricco di elementi di analisi quello dell'Elia che in qualità di addetto militare era più vicino all'ambiente diplomatico.