Rassegna storica del Risorgimento

ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
anno <1974>   pagina <588>
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Antonello Folco Maurizio Biasini
che la politica austro-germanica aveva nel calmare immediatamente le velleità dei minori Stati slavi e di far recedere la Russia da qualunque intenzione di aiutarli, la Turchia abbia dovuto riconoscere tutta la platonicità delle simpatie inglesi; e di quelle di altre potenze che con l'Inghilterra orano stote più cordialmente sa­lutate all'alba del nuovo regime. E perciò pur permanendo nell'animo dei turchi liberali una tendenza anglofila, è certo che le azioni della Gran Bretagna (e con questo anche quelle delle potenze dell'enterite) andavano perdendo di valore, per quanto rialzarono quelle germaniche. La caduta di Kiamil e l'avvento di Hilmi pascià a Gran Vizir (uomo nell'orbita dell'influenza tedesca) accentuarono questo stato di cose. Gli inglesi ebbero allora forse il torto di non saper celare il loro dispetto e la stampa loro in Inghilterra e qui attaccò oltre misura il comi­tato Unione e progresso e Hilmi pascià. D'altra parte tedeschi e austriaci accen­tuarono, fuori d'ogni limite, le loro tenerezze per Hilmi e il comitato; l'Austria, uscita pur allora da un periodo di tensione grandissima con la Turchia forzò la nota posandosi per l'amica più studiosa della prosperità e del benessere di que­sto paese. Così la posizione di queste tre potenze nei riguardi della Turchia era invertita da quello che era stato nell'estate scorsa. Adesso era l'Inghilterra che teneva il broncio, ed erano invece Germania e Austria che facevano le liberali, trovando ben fatto tutto quello che veniva dal comitato. Per quanto riflette la Germania poi ricordo quello che ho già notato altra volta: i molti giovani uffi­ciali che avevano servito in Germania o che erano stati educati da professori te­deschi e che, chi più chi meno, appartenevano al comitato, avevano tutti simpatie e -mentalità germaniche; e, poiché l'esercito che aveva fatto la rivoluzione era la sola vera forma organizzata al servizio delle nuove idee, così nei giovani capi dell'esercito e del comitato la politica germanica (e, al suo seguito, quella austria­ca) trovava il suo precipuo appoggio.
Successe la rivolta militare del 13 aprile nel presidio di Costantinopoli: delle cause che la determinarono dissi già a lungo in precedenti rapporti. Fu più che un moto rivoluzionario una ribellione contro il comitato e contro i giovani uffi­ciali che ne seguivano le idee. Le ambasciate tutte si tennero nel maggiore riserbo durante gli avvenimenti: però le simpatie di quelle di Germania e d'Austria an­davano spiccatamente verso i Giovani Turchi e le forze costituzionali messe in­sieme nel II e in orda; mentre da parte britannica, pur stigmatizzandosi i cri­minosi atti dei soldati ribelli nelle giornate del 13 e 14 aprile, non si dissimulava l'apprezzamento che causa precipua dei disordini fossero state l'attitudine auto­crate del comitato e la mancanza di ogni contatto di idee tra gli ufficiali mektebli e la truppa. La prontezza con la quale, dietro la spinta del comitato di Salonicco, ai radunarono sotto Costantinopoli truppe del H e III ordii per venire a rimettere l'ordine nella capitale e l'energia spiegata in questa operazione, stornarono da questo paese un grande pericolo. Dopo i conflitti del 24 la deposizione di Abd ul Hamid si imponeva, poiché la sua permanenza sul trono avrebbe perpetuato se non il pericolo vero almeno il timore del pericolo il che, in qualche caso, può avere effetti ugualmente attivi: deposizione e deportazione avvennero senza essere accompagnate da un'ulteriore crisi violenta. Rimasto padrone del campo Mahmond Shevket (il comandante del HI orda e di tutte le forze dell'armata liberatrice) continuò la bisogna di rimettere l'ordine con poteri dittatoriali che, per la forza delle circostanze, può dirsi siasi conferiti da sé. Infatti, da due Betti-mane che lo forze rumeliote sono entrate in città, tutti gli atti propri del potere esecutivo si può dire siano stati compiuti per iniziativa di Mahmoud Shevket. Proclamato lo stato d'assedio, promulgati i bandi per la consegna delle armi,
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