Rassegna storica del Risorgimento

ADDETTI MILITARI ITALIANI GRECIA 1904-1908; ADDETTI MILITARI IT
anno <1974>   pagina <589>
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La rivoluzione dei Giovani Turchi 589
provveduto al disarmo ed alla evacuazione degli uomini del presidio più anziani ed in parte compromessi nei fatti del 13 e nella resistenza del 24 aprile, riunita una corte marziale ed iniziata l'esecuzione di sentenze capitali, disposto per lo spoglio delle carte e dei valori rimasti in Hildiz e per la loro riunione in luogo sicuro, tutto ciò fu fatto senza perdita di tempo e senza consultare nessuno dal comandante del III orda. Questo tutore della costituzione, valendosi dell'ampio potere che un capo militare ha durante le operazioni, dispone di propria inizia* riva. È degno di nota che per lo spoglio delle carte e l'inventario di denari e valori che si trovavano a Hildiz, Mahmoud Shevket nominò due commissioni mi­litari: notificò poi la cosa alla Camera dicendo che se questa lo desidera avrebbe potuto mandare due o tre deputati ad assistere a ciascuna commissione, senza che essi potessero in alcun modo intervenire o interloquire in nulla. Per quanto il nuovo ministero sia in carica e la Camera funzioni regolarmente, il comandante del corpo d'occupazione seguita ad esercitare l'autorità suprema nella capitale, mediante decreti aventi forza di legge in virtù dello stato d'assedio. E non è troppo presto il constatare come già si delinei un dissidio fra questo rigido generale (il quale in un recente comunicato dichiarò che l'esercito nulla aveva da fare col comitato o con verun'altra associazione politica ) ed il comitato stesso ed i molti giovani ufficiali che ne fanno parte. Se questo dissidio si accen­tuerà, potremo in un non lontano avvenire assistere ad una nuova lotta fra il partito politico-militare dei Giovani Turchi e un partito esclusivamente mili­tare alla testa del quale staranno uomini come Shevket i quali, pur essendosi schierati contro l'antico regime hainidiano, vedono come l'esercito corra all'ul­tima rovina se, invece che imparziale e obbediente strumento d'ordine nelle mani del governo, diventi arma faziosa di un partito politico.
Impressioni del popolo intorno ai recenti fatti. Ho cercato di rendermi conto dell'impressione ricevuta dalla popolazione mussulmana dai fatti che seguirono fra il 13 aprile e oggi, facendo astrazione da quanto le corrispondenze dei giornali recano in Europa. L'opinione pubblica europea è troppo spesso incline a giudi­care i fatti di questo paese da un punto di vista occidentale ed a prendere come sentimento ottomano quello che è invece il sentimento armeno, od elleno o, per adoperare una parola più generale, levantino* cioè di quella larga parte che è pure la più colta e intelligente della popolazione dei grandi centri, cri­stiana o israelita, la quale è in più frequenti contatti con noi e con le nostre nazioni, mentre il vero elemento turco se ne sta in disparte e, per l'indole sua, poco si mischia con noi. Credo non andare errato neU'affermare che, in questo elemento mussulmano della capitale, la sommossa del 13 aprile trovò un'eco di simpatia. Erano soldati che non volevano più degli ufficiali europeizzanti e non­curanti della legge dello Sheri: erano hogia ed ulema, custodi della tradizione islamica, che li avevano spinti a questa rivendicazione religiosa I fatti di Costan­tinopoli ebbero in Cilici a, in Armenia, in Siria quella sanguinosa ripercussione che si conosce. Qui il pronto arrivo delle truppe rumeliote e l'energica repres­sione, non lasciarono agio ad una reazione non preordinata di organizzarsi e ciò salvò la capitale da gravi pericoli. Tuttavia il modo di questa repressione lasciò un'impressione penosa nel popolo mussulmano. Vedo dalle corrispondenze dei giornali esaltato come un fatto di alto valore morale il battesimo di sangue che ebbero insieme le truppe regolari nizam e redif rumeliote ed i volontari cristiani, israeliti, bulgari, serbi, cileni nell'attacco delle caserme della capitale. Ritengo che, veramente, un altissimo valore morale avrebbe avuto tale fatto, se il comune nemico fosse stato l'esercito bulgaro, o il greco, o l'austriaco : se cioè fosse venuto