Rassegna storica del Risorgimento

CAMERANI SERGIO
anno <1974>   pagina <592>
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AMICI SCOMPARSI
SERGIO CAMERANI
Dottrina erudizione e stile inimitabile adoperò perché la storia fosse armoniosa rivelazione di personaggi e di eventi intimamente ed umana­mente rivissuti Così l'età del Risorgimento italiano illustrò con la serena comprensione che rifiuta i dibattiti astiosi ma non l'arguzia che ammonisce ed il sorriso che conforta .
È difficile definire più efficacemente di quanto ha fatto nel Ricordo che ne ha tracciato Piero Zama la validità dell'opera di studioso di Sergio Canterani. Per la memoria del quale vale anche quello che il comune amico ha detto del Suo carattere: Di sé lascia preclaro esempio di gentilezza di probità di energico e fecondo operare ed inestinguibile la luce dell'anima bella . Sia che si scorra la ricca produzione scientifica, 326 tra saggi, memorie, raccolte di documenti tra il 1931 e il 1973 (l'ultimo articolo, L'indennità ai deputati precede di poco più di due settimane la Sua scomparsa), sia che si scorrano le lettere agli amici, la figura di Sergio balza viva, arguta, bonariamente sorridente, anche quando, a ragione, non poteva e non voleva nascondere il Suo dissenso.
Fedele al culto della verità, che avrebbe aggiunto volentieri a quello delle ultime dee superstiti carducciane, ma anche a quello dell'amicizia, in cui credeva profondamente. Basti la Presentazione al libro di Piero Zama, spirito fraterno, Russi nella storia: Lascia che ti dica che quel che più ammiro in te è il senso dell'amicizia, della vera amicizia romagnola, calda di affetto, aperta, sincera, senza limiti e riserve. Ti sembra che non conti niente? Per me vai di più di ogni cosa, di tutta la splendida produzione storica e letteraria, della mul­tiforme attività antica e nuova di insegnante, di bibliotecario, di combattente che non ha mai rinnegato l'ideale della patria, di organizzatore e anche di agri­coltore ... .
Una vita dedicata a Firenze ha definito nella viva ed efficace rievocazione Arnaldo D'Addario quella di Sergio Camerani; sì, ma, attraverso il prisma di quella Sua Firenze, viva e presente sempre la realtà della Patria, sentita e vene­rata senza orpello di frasi fatte, senza clamori di retorica. Basta rileggere i Punti di vista sulla storiografia del Risorgimento (1954), per convincersene: Per paura dell'agiografia, oggi si esagera a rovescio... Si è imbastito così quello che è stato chiamato il processo al Risorgimento : sembra che oggi ci si vergogni di es­sere figli di quel mirabile secolo, che si voglia rinnegare, per un malinteso senso di imparzialità, l'opera dei nostri padri. Io non sono uno storico con la S maiu­scola, e neppure con la minuscola: sono soltanto un modesto studioso che per ragioni professionali vive a continuo contatto coi documenti e forse per questo si rende conto del valore concreto dell'azione individuale nella storia. Rifuggo dall'agiografia, dai paroloni, dal vieto patriottismo che ho in cordialissima anti­patia, ma non mi vergogno di esprimere la mia sincera ammirazione e gratitu­dine per chi perdinci! ha fatto l'Italia e mi ha dato una patria. questo ritengo che non si possa chiamare sentimentalismo o rcttorica, ma onesto rico-