Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO
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1974
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604
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Libri e periodici
È notevole il perfetto ordine scalare marxista degli argomenti.
Il primo, di cui ci occupiamo, si divide in molti capitoli (12) dalla bibliografia generale alle relazioni con gli altri popoli (con un breve ma interessante paragrafo sulle relazioni italo-romene), da i Romeni all'estero alle a nazionalità coabitanti , dal capitolo sulle note di viaggio degli stranieri in Romania a quelle dei Romeni nei paesi stranieri.
I capitoli più interessanti sembrano essere quelli contenenti le minutissime schede a carattere geografico-descrittivo divise per regioni e quelle ancora più particolareggiate di storia provinciale e locale ordinate appunto per città, cittadine e villaggi. Ed ancora quello riguardante una amplissima bibliografia cartografica e l'altro sulla statistica: utile in particolare un paragrafo sugli spostamenti della popolazione seguita nei diversi periodi e nelle diverse zone.
Nella stessa introduzione, forse dovuta alla curatrice Cornelia Bodea, ma giustificante il lavoro di un centinaio di ricercatori, si all'ernia che questa bibliografia, nonostante la sua ampiezza, resta selettiva. Ciò non toglie che essa è pressoché unica e comunque superiore a qualsiasi altro tentativo del genere operato in Romania e che la sua utilità per Io storico, sia esperto, sia alle prime armi, è indiscutibile.
È per questo che al programma del noto istituto Iorga hanno collaborato gli istituti di storia di Cluj e quelli di scienze economiche dell'Accademia di Scienze sociali e politiche mentre ad esso si sono aperte una trentina di biblioteche romene, comprendendo tutte le più importanti.
Le edizioni dell'Accademia di Romania hanno già pubblicato un'altra bibliografia (Bibliografia storica della Romania 1944-1969) ridotta, però, rispetto a questa e con altro argomento, facente parte della medesima collezione che ha per titolo generale Bibliografia storica della Romania .
FRANCESCO GUIDA
L. BOICTT, Austria i Principatele Romane in vremea ràzboiului Crimeii (1853-1856) (L'Austria ed i Principati romeni al tempo della guerra di Crimea); Bucarest, Editura Aca-demiei Republicii Socialiste Romania, 1972, in 8, pp. 478. S.p.
Lo studio tratta un'epoca (1853-1856) che si chiude con il congresso di Parigi, preludio per i Romeni alla loro unificazione. Per questo, accanto alla critica storica, non può mancarvi una minuta anàlisi dei fatti che, però, a volte, appesantisce l'andamento del discorso. (Avviene anche il contrario: ad esempio, con le notizie riguardanti il tentativo di inserimento nei circoli nobili romeni da parte degli ufficiali austriaci, ai quali fu proibito, durante l'occupazione dei Principati danubiani, di condurre con sé le mogli). In effetti se il ritmo eccessivamente lento del libro può allontanare qualche lettore è per altro indice di serietà, onde l'autore preferisce dimostrare, per quanto può, anche ciò che appare lapalissiano.
Il vasto materiale sul quale l'autore ha lavorato è illustrato nella lunga introduzione: esso comprende testi storici, memorie, letteratura politica militante dell'epoca e documenti diplomatici inediti, come confermano molte delle numerosissime note. In particolare utili alla ricerca si dimostrano l'archivio Czartoryski di Cracovia (Michail Czajkowski, emissario del Czartoryski, guidava con il nome di Sadik pascià i volontari polacchi durante la guerra di Crimea) ed alcuni fondi viennesi riguardanti i rapporti tra l'imperatore Francesco Giuseppe ed il suo ministro degli Esteri Buoi oltre che la documentazione delle intense relazioni austro-turche. Molto vario e complesso è il quadro storico che se ne deduce.
Innanzitutto le ragioni economiche e politiche che spinsero l'Austria ad occupare i Principati. A questo proposito l'autore si intrattiene sul concetto di Mitteleuropa che trova i suoi sostenitori nella grande borghesia austro-tedesca ed il suo alfiere in Federico List, il quale propose una stretta collaborazione tra l'Impero asburgico e lo Zollvorein. Ci fu anche ehi, però, partendo da queste idee pangermaniste, vide nella regione carpato-danubiana hi naturale appendice meridionale della Mitteleuropa. Si tratta di un campione del capitalismo più avanzato: Karl von Bruck, ministro del commercio, prima, e delle finanze, dopo. Questi si batté per un'unione doganale dell'intera Europa ed intraprese la costruzione