Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO
anno
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1974
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pagina
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606
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Libri e periodici
problema dei rapporti internazionali si incontrava spesso con il problema di ohi dovesse reggere ì Principati. Con L'occupazione austriaca i governatori legali avevano abbandonato i Principati e quando si volle occupare i troni vacanti non fu certo facile scegliere nella folla dei pretendenti, tutti pronti all'intrigo, alla calunnia e ad appoggiarsi ai più diversi alleati. Riuscirono ad occupare l'ambito trono Barbu tirbei (estremamente disposto al compromesso e pronto al rispetto verso i potenti) e Gregorio Alessandro Ghica (ben più duro e con uno spiccato senso degli interessi nazionali intesi soprattutto in senso anti-austriaco) rispettivamente in Valacchia ed in Moldavia.
L autore pone massima cura nel ricostruire i movimenti degli esuli romeni o di altre nazionalità presenti nei Principati ed interessati a qualsiasi sommovimento. Questi ultimi sono soprattutto polacchi, ma sono presenti anche Italiani mazziniani, tra i quali Felice Orsini che, arrestato a Sibiu il 17/12/1854, fu inviato per essere giudicato a Mantova donde fuggi nel 1856 per poi terminare, il 13 marzo 1858, in Francia, la sua carriera di rivoluzionario, culminata nel celebre attentato contro Napoleone III di due mesi prima.
Dalla massa di notizie fornite dall'autore si può rilevare quanto segue: l'Austria fu la più dura oppositrice a qualsiasi tentativo rivoluzionario (ci fu anche qualche scontro degli occupanti con i contadini, dovuto a malcontento, ma non si arrivò mai alla temuta rivolta in campo aperto come nel 1821 e nel 1848); gli esuli romeni non sempre seppero legare con gli esuli polacchi (lo Zamoyski, emissario di Adam Czarloryski, propose l'annessione dei Principati all'Austria in cambio della ricostituzione della Polonia) né conseguirono risultati eclatanti con la loro propaganda, particolarmente tra i contadini; i rivoluzionari europei in genere restarono delusi per come le sorti della guerra in Crimea fossero saldamente in mano ai governi legali e non affidati alle nazionalità, come era nelle loro speranze.
Altrettanta cura l'autore dedica alla ricostruzione di tutte le misure finanziarie e delle iniziative economiche che l'Austria intraprese per accaparrarsi i Principati, secondo il ricordato progetto di Bruck. Questo impegno economico austriaco ebbe come frutto un progresso neppur troppo timido del capitalismo (le altre nazioni ovviamente non rimasero a guardare) ed, in particolare, delle vie e dei mezzi di comunicazione (tuttora si nota quanto la rete stradale transilvana sia superiore a quella montena poiché in Valacchia gli austriaci restarono appunto pochi anni).
FRANCESCO GUIDA
Modem Italy. A lopicul history since 1861, a cura di EDWARD R. TANNENBAUM e EMILIANA P. NOETHER; New York, New York University Press, 1974, in 8, pp. xxix-395. S 12.50.
La pubblicazione di antologie su determinati problemi storici per illustrarne contrastanti interpretazioni è una peculiare caratteristica della storiografia americana: per quanto concerne il Risorgimento è sufficiente ricordare, a titolo di esempio, i lavori di Elizabeth Mann Borgese, Charles Delzell, Shepard B. dovigli e A. William Salomone.
I curatori della presente opera, Edward R, Tannenbaum e Emiliana P. Noether, si sono proposti un compito ambizioso: invece di concentrarsi su un singolo personaggio o su una questione ben delimitata, essi hanno cercato di presentare, complessivamente raggiungendo buoni risultati, un intero secolo di storia italiana dal conseguimento dell'imita ai giorni nostri. Organizzata in modo da ruotare intorno ad argomenti specifici, piuttosto che seguire una sequenza cronologica, l'antologia tratta nelle sue diverse partì differenti aspetti della storia italiana: politica interna e ideologia, progresso economico e sociale, sviluppo intellettuale, religioso e culturale, diplomazia e politica estera.
Questa raccolta di saggi offre al lettore medio americano, il quale, nonostante la ricca tradizione scientìfica e culturale italiana, persiste nel pensare al nostro paese come alla patria degli spaghetti e delle canzonette, lo strumento per capire i diversi problemi affrontati dall'Italia nel suo primo secolo di vita come Stato nazionale: in verità questo libro, e in ciò consiste mi sembra il suo merito maggiore, offre il sottofondo per comprendere la storia d'Italia dopo il 1861. Esso fa vedere come il raggiungimento dell'unificazione non si
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