Rassegna storica del Risorgimento

MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO
anno <1974>   pagina <621>
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Libri e periodici
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Riprendendo una affermazione di Robert Lansing dell'inizio del '17, Ara afferma che i rapporti tra gli U.S-A. e l'Àustria-Ungheria in quel periodo non erano a né ostili, né amichevoli , anche se occorre rilevare una certa coincidenza di interessi farà Vienna e Washington, in relazione al tentativo di mediazione degli U.S.A. tra i due blocchi in conflitto e all'interesse di Vienna per l'azione pacificatrice di Wilson in un momento parti­colare per la monarchia danubiana. L'ascesa al trono di Carlo, gli sforzi di Czernim in favore di una politica di indipendenza nei confronti della Germania, l'emergere di gravi problemi politici, economici e nazionali all'interno della monarchia, rendono quest'ultima particolarmente sensibile a una fine negoziata del conflitto e quindi interessata alle pro­spettive e alle aperture di pace della diplomazia wilsoniana. Quest'ultima Lansing in particolar modo è poco interessata ai problemi interni della monarchia, ed è ancorata alla vecchia concezione che vede nella monarchia danubiana un fattore di ordine, di stabi­lità e di equilibrio nella politica europea. I contatti diplomatici U.S.A.-Austria-Ungheria, attraverso l'Ambasciata americana di Berna, continueranno anche dopo l'entrata in guerra degli U.S.A. a fianco dell'Intesa contro la Germania: evidente apparirà lo sforzo di Lansing di non interrompere i contatti allacciati con il governo viennese nel tentativo di distaccare quest'ultimo dalla Germania e di avviare una politica di isolamento, politico e militare, del Rei eh tedesco e costringerlo così alla resa. Il Dipartimento di Stato approfondisce lo studio della situazione danubiana e cerca di valutare la funzione dell'Austria-Ungheria nel sistema della supremazia germanica nella Mitteleuropa, rintracciandola nell'azione media trice ch'essa svolge a favore degli interessi tedeschi verso le nazioni slave della monarchia. Va notato poi che la preoccupazione principale della diplomazia americana resta quella di circoscrivere l'influenza tedesca verso il centro e l'est europeo.
L'estate del 1917 è caratterizzata da un atteggiamento incerto di Wilson verso l'Àustria-Ungheria, mentre all'interno della monarchia paiono prendere forma e vigore tendenze favorevoli ad una pace di compromesso (Laminaseli, Redlich e Meinl) contrastate non troppo rudemente dallo Czernim, cauto su ogni mossa che possa porlo in conflitto con la Germania, ma pur sempre propenso a distaccare vieppiù le decisioni di Vienna dall'in­fluenza tedesca. Da ricordare poi le iniziative del sovrano austriaco in favore di una disten­sione interna tra le diverse nazionalità della monarchia e la nota papale sull'inutile strage , che suscita però una reazione sfavorevole negli ambienti politici americani, e su Lansing in particolare, i quali vedono nell'iniziativa di Benedetto XV un tentativo di sal­vare l'ultimo grande Stato cattolico.
Wilson, nonostante il Lansing sia contrario, risponde alla nota del Papa, ribadendo la posizione favorevole degli Stati Uniti verso una politica di riconoscimento dei diritti delle nazionalità soggette della monarchia asburgica all'autogoverno e alla libertà, ma escludendo esplicitamente ogni misura punitiva (lo smembramento) nei confronti dell'impero, ga­rantendone cioè la sopravvivenza e la continuità.
L'incertezza e l'ambiguità degli Stati Uniti riguardo ai problemi dell'Austria-Ungheria appaiono qui evidenti, e neppure scompaiono dopo gli avvenimenti della fine del '17: lo sfondamento austriaco a Caporetto e la rivoluzione russa. La prospettiva di una rapida vit­toria sull'Italia e di una disponibilità di nuove truppe dal fronte orientale, aveva prodotto un irrigidimento nel governo austriaco rinfocolando propositi espansionistici nell'Europa sud-orientale e provocando una maggior pressione sulle nazionalità soggette: si esaspera­vano cora conflitti interni alla monarchia e si rafforzavano tendenze centrifughe. L'even­tualità di un distacco deH'Austrìa-Ungheria dalla Germania pare sempre più improbabile, anzi remota; una vittoria militare sugli Imperi centrali appare ormai alla diplomazia ame­ricana come l'unica soluzione possibile per arginare Io strapotere tedesco sulla Mitteleuropa. Per la prima volta sì affaccia alla mente di Lansing la possibilità di uno smembramento dell'Austria-Ungheria e la creazione di nuovi Stati nazionali. Ma per fintanto Wilson si rifiuta di ricevere una delegazione del Comitato Nazionale Jugoslavo di Londra nel timore di chiudere la porla a futuri contatti con Vienna.
La dichiarazione di guerra all'Austria è deil'll dicembre 1917, ma il discorso di