Rassegna storica del Risorgimento
MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO
anno
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1974
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647
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Vita dell'Istituto
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colta. Ed è il suo capolavoro oltre ad essere una miniera di notizie su letterati, filoso/i, scrittori, artisti, uomini, politici dei suo tempo cui sono rivolte le lettere o in cui sono citati, Anche la lingua per un cruscante e purista quale egli era spesso si fa libera e spregiudicata e perciò tanto più interessante e sincera. Il prof. Agosti ha citato molti frammenti di lettere portando la voce del Giordani a sostegno del suo diligente studio.
Melchiorre Gioia e Romagnosi contemporanei e viventi a Milano nel periodo in cui il Giordani vi fu impiegato in uffici amministrativi sono poco citati nell'Epistolario nel quale invece si elogiano Carlo Alberto e Massimo D'Azeglio. L'infelice esule di Oporto sarà poi biasimato per la paura e l'incostanza dimostrata nelle note vicende storiche, in una lettera a Pietro Gioia. Elogiò Silvio Pellico e dette un lusinghiero giudizio su " Le mie prigioni ": " Come ho pianto, come mi sono sdegnato! " Il " Primato " del Gioberti è ritenuto ucosa mattissima'' e il neuguelfismo un "delitto politicon. Nel 1848 Gioberti e Giordani si riconcilieranno, a Parma (ove in quell'anno morì il nostro).
Ammirò Pio IX: u è un grand'uomo ". Diede una stoccata al Mazzini per ** le sue prediche ". La concezione della Storia e le idee politiche del Giordani sono pure state limpidamente benché sinteticamente illustrate dal prof. Agosti.
Don Franco Molinari, egregio studioso di Storia della Chiesa, ha puntualizzato " La polemica Albertario-Scalabrini circa il ruolo dei cattolici nel Risorgimento ". Nell'Archivio centrale degli Scalabriniani, a Roma, vi sono 87 documenti sui quali si è basato lo studio di don Molinari.
Don Davide Albertario pavese, agguerrito polemista, su 1'" Osservatore Cattolico " di Milano di cui era direttore, parteggiava per gli intransigenti nella questione elettorale del ** non expedit " (diventato " non licet " dopo la presa di Roma). I cattolici entreranno ufficialmente nella vita politica nel 1919. Il vescovo di Piacenza Giovanni Battista Scalabrini, preconizzato a 37 anni d'età, fu nel 1876, data della nomina, il più giovane e bel vescovo d'Italia. Era, insieme al collega Bonomelli vescovo di Cremona, aperto ad un cattolicesimo liberale, un transigente e sostenitore di una politica di accordo con lo Stato italiano. La sostituzione del rettore del seminario, Rocca, fu la scintilla che accese la polemica fra il vescovo piacentino e rAlbertario. I due antagonisti erano però due sinceri e leali combattenti entrambi in buona fede e finirono per accordarsi. Lo Scalabrini, in piena polemica, intercedette per l'Albertario quando questo fu incarcerato per aver sostenuto gli operai durante lo u sciopero del pane " del 1898. Le divergenze di opinioni fra i due, ha concluso don Molinari, sono un momento della contrapposizione fra le due anime del cattolicesimo: l'intransigente e la transigente, posizioni presenti in ogni epoca.
H maestro Ettore Carrà ha lumeggiato la figura di un agente segreto di Mazzini; il fuoruscito romano Aristide Salvatori, inviato a Piacenza nel 1868 come confinato politico. Fu il fondatore e primo presidente della " Società Reduci delle patrie battaglie " e svolse attività giornalistica sul giornale repubblicano " L'Agitatore " da lui fondato e fatto stampare a Lodi (assieme alla " Plebe " di Bignami, con la quale correvano rapporti di stretta collaborazione).
11 giornale del Salvatori assunse posizioni socialiste e radicali. Parte centrale della relazione di Carrà sono stati i rapporti fra il Salvatori e l'altro agente mazziniano a Piacenza, il dott. Giovanni Pagani, responsabile dell'Associazione segreta ** Alleanza Repubblicana Universale" fondata dal Mazzini nel 1866. I due avrebbero dovuto agire per la riuscita della sollevazione da compiersi in Piacenza coi militari del 41 e 42 reggimento della Brigata Modena, di stanza nella nostra città. 11 Pagani e i suoi seguaci diffidavano del " romano " che invece godeva la fiducia del Mazzini. Quando scoppiò il moto del 24 marzo 1870, egli, benché estraneo, fu arrestato e condotto in Sardegna, a domicilio coatto.
Vi sono discendenti del Salvatori e presso di loro una documentazione che farà maggiormente luce sul personaggio e gli avvenimenti non appena il Carrà che è in contatto con i depositari, potrà studiarla.
Il prof. Giuseppe Berti ha concluso la giornata con l'argomento contemporaneo " Fermenti di vita civile e politica piacentina dal 1940 al 1945 ".
Le "settimane autarchiche" indette dal prefetto e il controllo delle risorse alimentari, trovano resistenza da parte di consegnatari agli ammassi, come parallelamente per la mano d'opere collocata d'autorità e la mobilitazione civile dei lavoro. La cultura, espressa