Rassegna storica del Risorgimento

<>; GIORNALI VENEZIA 1849; TOMMASE
anno <1975>   pagina <5>
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Tommaseo e la Fratellanza de' Popoli 5
tisino locale fortemente sacralizzato : il motivo di una religiosità popolare , che il nome stesso della repubblica veneziana, Repubblica di San Marco, rav­vivava, attribuisce un valore simbolico all'estrema e tragica esperienza dell'an­tica città marinara. Questo motivo tornerà spesso negli articoli del Tommaseo, ispirandogli pagine di contenuto misticheggiante: accostava forse Fatmosfera veneziana, quale egli la percepiva in quei dolorosi frangenti, a quella fiorentina vissuta dal Savonarola, la cui figura, come ben sappiamo, era assurta già nel giovane Niccolo, a simbolo ed esempio di una perfetta democrazia popolare cattolico-religiosa. '*
La domenica primo aprile del 1849, usciva il primo numero della Fratel­lanza de* PopolU il cui sottotitolo era Giornale che esce in Venezia per cura d'Italiani ed esteri affratellati. Un versetto di Marco: Andate per il mondo tutto pubblicando il nuovo annunzio a ogni creatura anticipava il contenuto e la dimensione religiosa del giornale.
Nell'articolo col quale si presentava ai lettori, il concetto che gli era caro, di una visione religiosa del mondo intesa come sofferenza ed espiazione, emergeva con prepotenza e s'accompagnava a considerazioni sulle sventure po­litiche e militari dell'Italia:
Nuovo peso di sventure s'aggrava sui popoli affinchè si sentano più intimamente fra­telli. H dolore almeno ci unisca: itna-ni-ryiì saremo forti. Abbiam cercata l'unione senza una­nimità: questo il fallo, di qui la pena. Abbiamo sperato ne' re, ne' parlamenti, negli eser­citi altrui. Maledetto l'uomo che spera tutto dall'uomo! Lo sperare in Dio ha questo di bene che obbliga l'uomo a aiutare se stesso (perchè la fiducia oziosa è disperazione stolta); ha questo di bene che, umiliando le nazioni, le esalta. Troppo l'Italia s'era ubriacata di vanti nuovi ed antichi... oh popolo principe e sacerdote, inchinati e prega. Noi gridiamo all'altrui tradimento. Chi troppo attende o da principi o dai popoli, quegli tradisce se stesso. Queste calamità io ho presentite, predette. Ma là dove l'altrui speranza finisce, inco­mincia la mia. Il Piemonte vecchio è umiliato; l'umiliazione gli darà la verace coscienza di sé e dell'Italia. Egli che voleva fondere noi in sé, comincia a fondersi in noi. Per l'Iddio vivente io lo giuro: il Piemonte risorgerà. Atteniamoci, o fratelli, ai principi! che non pati­scono sconfitta, e che sepolti, risuscitano.2)
Collegando così i suoi princìpi religiosi agli avvenimenti politici italiani, il Tommaseo intendeva rispondere all'assunto che si era prefisso in quel primo numero :
I fatti del giorno verremo brevemente narrando e commentando secondo i principi che si esprimono nel titolo del giornale.-3)
Poco più sotto si augurava la costituzione di iniziative e di società simili in tutta Italia e continuava:
... non si arroga preminenza; chiede soltanto corrispondenza fraterna.4 '
Un altro aspetto caratteristico del pensiero di Tommaseo si delinea nel­l'articolo intitolato * A Venezia . Egli afferma di voler sviluppare l'idea della Fratellanza de' Popoli da quel giorno di inizio della pubblicazione del giornale.
') Sul savonarolismo del Tommaseo cfr. R. CIAMPIM. // Savonarola visto dal Tom­maseo, in Studi e ricerche cit., pp. 109-126; e G. GENTILE, op. cit., pp. 178-231.
2) La F. de1 P., p. 1, n. del primo aprile 1849.
3) Ivi, p. 4.
4) Ivi, pp. 4-5.