Rassegna storica del Risorgimento
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>; GIORNALI VENEZIA 1849; TOMMASE
anno
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1975
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15
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Tommaseo e la Fratellanza de' Popoli 15
cietà, la cui storia o le eoi tragedie devono essere vissute con la fede militante necessaria ad ogni rinnovamento politico, sociale, religioso.
Una interpretazione in chiave religiosa del Risorgimento quale quella proposta dal Passerin d'Entrèves, cui abbiamo fatto riferimento e che il Pitocco pare bene accettare nel suo lavoro,46) ritengo ci permetta di accostare Tommaseo e Mazzini nomini diversissimi per indole e per idee e supposti avversari nel sogno di una rigenerazione morale-religiosa dell'Italia, proprio del nostro Risorgimento.
Si potrebbe ancora aggiungere l'osservazione che conclude il profilo parallelo di Tommaseo e Mazzini proposto da Giacomo Debenedetti nei Quaderni inediti sul Dalmata, usciti postumi:47) I periodi culturali hanno un fondo, una base comune, rispondono a certe necessità maturate in quel periodo dallo sviluppo delle idee intellettuali e morali .48) Ma se il Mazzini seppe interpretare sul piano ideale e pratico le necessità emerse nella società italiana e agì su di essa, entusiasmando e riuscendo talvolta a sollevare il popolo, altrettanto non si può dire del Tommaseo che rimase perennemente solo, isolato da ogni movimento e corrente politica, 'incapace di trovare un contatto umano profondo al di là delle sue enunciazioni di amore cristiano e di fratellanza universale.
Come ha notato Raffaele Ciampini, l'azione del Tommaseo aveva le sue radici fuori della realtà e della storia ;49) e il Marchesi, nel suo lavoro sulla Venezia del 1848-49, aveva già definito il Tommaseo per sue utopie difettivo uomo di governo . In queste considerazioni io rileverei la sostanziale differenza tra il Tommaseo e il Mazzini
H Debenedettì, tentando, con una serie di penetranti osservazioni e con risultati che definirei suggestivi, un'interpretazione psicologica del personaggio Tommaseo, ne sottolineava il bisogno orgoglioso di ritirarsi, di isolarsi in solitudine, il vittimismo... il bisogno di introversione nello scacco di un bisogno di estroversione... un ritrarsi che si accompagna come una invettiva contro il mondo incomprensivo:
Fuggo il clamor delle proterve genti,
o con un rimprovero a se stesso di incapacità, di inettitudine a farsi capire, a rendere valide per gli -altri le proprie generose intenzioni e nobili sentimenti e spiriti animosi:
Arde di gloria e di amistade il petto
ma vani e quasi freddi escon gli accenti.51)
Qui ci sono le premesse di uno scrittore destinato a cercare artificiosamente l'effetto, la comunicativa che non gli sembra avere per natura; a cercarla magari, con gli squilibri, le esagerazioni di efficacia espressiva .s)
46) F. PITOCCO, op. cu., pp. 25-26.
4?) 0. DEBENEDETTÌ, Niccolò Tommaseo, Milano, 1973.
) Ivi, p. 248.
49) R. CIAMPINI, Studi e ricerche cit., p. xx.
so) V. MARCHESI, op. cit., p. 390.
51 ) G. DEBENEDETTÌ, op. cit., pp. 39-40.
52) Ivi, p. 43.