Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA INTERNA 1865-1867; MENABREA DI VAL DORA LUIGI F
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1975
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Luigi Federico Menabrea
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Brìgnglio 14) in connessione con Punita geografica ed economica d'Italia e non alla luce di una missione universale. Il problema era dunque quello del* l'italianità di Roma e non della romanizzazione delle coscienze: un problema di geografia e di economia, e perciò politico .u) Spiegava ancora Menabrea che il Pontefice non poteva avere altra sede che Roma; perché è là l'origine del cattolicesimo, è la che vi sono tutte le tradizioni .16) Dunque, dopo Mentana, era necessario evitare ogni decisione avventata, ma occorreva pensare a consolidare il Regno, le finanze e l'amministrazione, al fine di dimostrare che libertà ed ordine formano un'unità inscindibile: solo allora le popolazioni soggette al governo pontificio avrebbero potuto sentirsi attratte verso il Regno d'Italia che aveva abbastanza libertà per lo sviluppo della sua vita politica, ma aveva bisogno di un potere forte affinché questa potesse dare i suoi frutti: In questo momento concluse Menabrea noi facciamo, o signori, appello a tutti coloro che vogliono l'ordinamento del paese, che vogliono che rinasca all'interno quel rispetto e quella fiducia che è necessaria anche per ispirare il rispetto all'estero. Epperciò, noi domandiamo loro uno schietto e sincero aiuto, nello stesso modo che noi vogliamo stringerci attorno alla bandiera della monarchia per salvare l'Italia dai pericoli che la circondano da ogni parte .17) Ma l'appello di Menabrea ebbe come risposta un'interpellanza di tre nomini di Sinistra, Miceli, La Porta e Tommaso Villa, sulla condotta tenuta dal governo rispetto alle potenze straniere e nell'interno, in occasione degli ultimi avvenimenti; sull'arresto e detenzione di Garibaldi, sull'indirizzo seguito e da seguire in ordine alla questione italiana, specialmente riguardo alla Conferenza proposta dal governo francese. Lo svolgimento dell'interpellanza si risolse in un continuo attacco contro il Ministero accusato di servilità al governo francese, di atteggiamento fratricida rispetto ai volontari, di incostituzionalità nell'arresto di Garibaldi. Perfino la possibilità di una conferenza venne respinta perché avrebbe portato ad una transizione e transigere avrebbe voluto dire abdicare;1S) di conseguenza si chiese la rottura delle relazioni diplomatiche con la Francia senza che per questo si dovesse arrivare alla guerra.19)
*) L. F. MENABREA, Memorie, a cura di L. BRIGUGLIO e L. BULFERETTI, Firenze, 1970, p. xxxiv.
**) CAMERA DEI DEPUTATI, Atti parlamentari, Discussioni, legisl. X, sess. 1867, tornata 5 dicembre, p. 2979: a ' Tra le proviti eie meridionali e le altre esiste un piccolo Stato che occupa il cuore, direi, dell'Italia, quel punto in cui convergono le principali comunica-adoni fra il nord e il sud... ' * Ebbene, signori questo piccolo Stato è un ostacolo alle rapide comunicazioni che debbono esistere fra le varie provincie del Regno: è un ostacolo grave, e bisogna dire che se quel governo si prestasse a rendere le comunicazioni meno difficili, forse l'inconveniente che ne deriva sarebbe più sopportabile... ' 'A ciò si aggiunge ancora un'altra circostanza; quella città è divenuta il centro di cospirazioni tenebrose contro l'unità d'Italia e contro i fatti che l'hanno costituita... ' ' Nel nostro secolo vi sono altre invenzioni che hanno fatto una rivoluzione, direi, materiale, fisica, e sono il telegrafo e le strade ferrate, e queste invenzioni fanno sì che tutti i popoli i quali hanno la medesima origine e la medesima lingua, i medesimi interessi, tendano ad agglomerarsi. L'Italia non può sfuggire a questa legge inesorabile * .
16) Ibidem, p. 2980: In conseguenza, non è colla forza né colla violenza che si può
andare a Roma 9.
") Ibidem, p. 2981.
J) Ibidem, p. 3026 oratore Tommaso Villa.
W) Ibidem, p. 3030.