Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA INTERNA 1865-1867; MENABREA DI VAL DORA LUIGI F
anno <1975>   pagina <25>
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Luigi Federico Menabrea 25
ai San Martino, per indurlo a comporre il nuovo gabinetto o almeno ad entrarvi, ma il conte si mostrò incrollabile nei suoi princìpi e tutto ciò servì solo a far circolare voci insistenti da destra che chiedevano lo scioglimento della Camera.21) Per risolvere in modo sollecito la crisi, 111 gennaio 1868 Menabrea ripresentò il suo ministero alla Camera delineandone fin dall'inizio l'aspetto non più passivo, ma deciso a svolgere un vero e proprio piano di Governo per superare specialmente il grave pericolo finanziario che minac­ciava di travolgere resistenza stessa dello Stato : ... crediamo che prima di ogni altra cosa sia necessario di rientrare negli ordini di un Governo regolare, cioè nella discussione e votazione dei bilanci del 1868, imperocché è impossi­bile che un Governo qualunquesiasi possa fortemente adempiere il suo com­pito se prima di tutto non è assicurata l'amministrazione dello Stato, mediante un bilancio regolarmente discusso e votato... Quanto poi alla politica interna, o signori, noi abbiamo poche parole da dire in proposito: fare rispettare l'auto­rità della legge, a tutela della libertà, dei diritti dei cittadini, e sicurezza dello Stato .2Z) La più evidente espressione del nuovo carattere del secondo mini­stero Menabrea fu l'assenza di coloro che erano stati uomini di punta nel primo, Gualterio e Mari, che vennero rispettivamente sostituiti da Carlo Ca­dorna, a cui spettava la fama di uomo libéralissimo, ma sufficientemente mode­rato da poter ottenere i voti della Permanente, e Gennaro di Filippo, uno dei più degni rappresentanti della deputazione meridionale; un ulteriore muta­mento avvenne al ministero della Marina, dove Augusto Riboty prese il posto del Provana. La Sinistra accolse il rimpasto con un atteggiamento di modera­zione, secondo l'Opinione, 23) di rassegnazione, secondo il Diritto,2*) di osser­vazione, secondo YUnità Italiana; 25) è evidente che essa fece di tutto per evi­tare lo scontro frontale col ministero: forse, pensa lo Scirocco, ebbe il suo peso il timore che si staccasse dall'opposizione la Permanente, i cui capi erano impegnati ad attendere il ministero alla prova dei fatti prima di giudi­carlo ,a) o forse fu deciso di non porre subito la questione di fiducia per affrontare i problemi finanziari, o magari per evitare un voto compatto della Destra a favore del ministero; comunque è da notare che in aula erano assenti, tra l'altro, molti deputati dell'opposizione. La risposta alle dichiarazioni di Menabrea segnò, quindi, il ritorno all'attività legislativa.
La situazione della finanza italiana era molto grave in quanto l'erario era stato già gravemente sbilanciato da anni di enorme disavanzo prima degli avve­nimenti del 1866 e del 1867 e scrive Plebano la gravità della situa­zione era fatta anche maggiore e più pericolosa dalle incertezze in cui si avvol­gevano gli elementi che la determinavano: bilanci quasi può dirsi mai discussi fin dalla costituzione del Regno; infinita varietà di spese fuori bilancio mai regolarizzate; conti consuntivi mai presentati; un ordinamento di contabilità pubblica tuttora assai criticato, attraverso il quale era impossibile seguire con sicurezza l'andamento delle cose; imposte modificate ad ogni momento nel loro assetto e quindi trascinate di esercizio in esercizio nella loro applicazione e
22) CAMERA DEI DEPUTATI, Atti parlamentari, Discussioni, sess. 1868, 11 gennaio, pp. 3389 sg.
23) L'Opinione, a. XXI, 17 gennaio 1868, n. 17, p. 1.
24) Il Diritto, a. XV, 12 gennaio 1868, n. 11, p. 3.
25) L'Unità Italiana, a. IX, 11 gennaio 1868, n. 11, p. 1.
26) A. SCIROCCO, I democratici italiani da Sopri a Porta Pia, Napoli, 1969, p. 433.