Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA INTERNA 1865-1867; MENABREA DI VAL DORA LUIGI F
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Luciana Duranti
nella loro riscossione . S 31 20 gennaio Cambray-Digny fece la sua esposizione finanziaria, secondo cui, alla fine dell'esercizio del 1868, il disavanzo effettivo del bilancio sarebbe stato di 630 milioni, coperto dal debito fluttuante di 658 milioni (278 presi in prestito dalla Banca Nazionale. 250 di buoni del Tesoro, 100 ottenuti con la parziale liquidazione dell'asse ecclesiastico e 30 che la Banca Nazionale, in base allo Statuto, avrebbe dovuto anticipare al Governo). Per evitare il baratro finanziario occorreva avviare verso il pareggio il bilancio del 1869, il cui disavanzo era previsto nella misura di 240 milioni; i mezzi erano essenzialmente tre: imposizione di nuovi tributi, riesame e modifica dei tributi antichi, riordinamento di alcune parti dell'amministrazione per realizzare economie nelle spese. Naturami ente i ritocchi alle imposte esistenti avrebbero fatto recuperare somme relativamente esigue; era stato fatto un preventivo di 68 milioni con la riforma della tassa di registro e bollo, di 4 milioni con l'estensione a lult'Italia di quella sulle concessioni governative, e uno di 14 milioni da ottenersi da economie procurate per nuove leggi organiche. Era, quindi, necessario imporre una nuova tassa, già prevista nei piani finanziari precedenti, quella sul macinato, che avrebbe assicurato un provento di 172 milioni riducendo a 78 milioni il disavanzo del 1869 da far sparire con l'aumento normale delle imposte e con l'estinzione di alcuni debiti redimibili.M) In seguito a tale proposta i parlamentari della Sinistra pretesero il 28 gennaio che il nuovo governo si sottoponesse al giudizio della nazione, ma si riuscì a evitare una nuova discussione politica e fu sottoposto ai voti l'esercizio provvisorio approvato dalla Camera con una larga maggioranza. Il 12 marzo si venne quindi alla discussione sul disegno di legge riflettente la tassa sul macinato, presentato il 21 gennaio dal deputato Cappellari della Colomba. La relazione affermava la necessità di un nuovo tributo che colpisse un consumo di base anelastico in modo da garantire un gettito elevato e costante e, benché tale tassa gravasse sui meno abbienti, questa considerazione doveva essere trascurata di fronte alle supreme esigenze dello Stato.
Il progetto del Cambray-Digny circa il macinato differiva sia da quello dello Scialoja, fondato sulle denunzie e sulla figura di un mugnaio appaltatore d'imposte, sia da quello di Sella che demandava l'accertamento a un contatore meccanico, stabilendo però una tassa fìssa per un determinato numero di giri indipendentemente dalla produttività della macina e dalla natura del cereale: la modificazione consisteva nel dare all'imposta una duplice base limitando l'uso del contatore ai rapporti tra il mugnaio e il fìsco e applicando l'imposta al singolo contribuente in ragione del peso; per collegare le due basi l'imposta a ragione di peso dovette essere proporzionata alla diversa quantità di lavoro, ossia al diverso numero di giri delle macine che, a parità di peso, ogni derrata richiede per essere ridotta in farina.
Da quanto esposto si può affermare che Cambray-Digny era riuscito a rivestire tale tassa di forme abbastanza civili, liberandola da quasi tutto quell'intri-
27 > A. PLEBANO, Storia della finanza italiana, Torino, 1899, voi. I, pp. 163 sgg. In realtà allora non era stata ancora ben precisata nella scienza delle finanze la distinzione tra tasse ed imposte; pertanto, spesso i due termini erano usati impropriamente, denominandosi così tassa quel tributo che invece sarebbe più appropriato definire come imposta.
28) CAMERA DEI DEPUTATI, Atti parlamentari, Discussioni, 20 gennaio 1868, pp. 3580 sgg.