Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA INTERNA 1865-1867; MENABREA DI VAL DORA LUIGI F
anno <1975>   pagina <27>
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Luigi FedericùJenabrea 27
oato congegno di vessazioni che l'aveva resa odiosa.29' Ma questo non bastò ad evitare una fortissima opposizione in Parlamento, di cui fu guida instan­cabile Cri spi, specie perché conosceva l'odio della Sicilia contro la tassa che egli stesso aveva abolito nel 1860; tuttavia non la respingeva a priori, deside­rando solamente che fosse preceduta da tutte le economie e riforme possibili. *) Il Ferrari la defini tassa di disperazione , la cui stessa natura meta­fisica ne raddoppiava il peso, forzando il Governo ad uno spionaggio intolle­rabile. 31) Castellani ritenne inaudita crudeltà questo frugare fra i cenci, que­sto speculare sui pochi centesimi che restano al contribuente dopo calmata la fame!.32) Depretis manifestò una posizione avversa, ma non troppo decisa­mente, a questa tassa e piuttosto favorevole a una tassa sulle bevande. Solo Correnti, Dina e Sella si affiancarono al Massari quando disse: Ho grande paura del fallimento, ma c'è una cosa della quale ho maggior paura, ed è di vedere che non in tutti esiste questo spavento del fallimento... La cosa che i nostri nemici aspettano e desiderano di più è di sentire che il Parlamento italiano abbia rigettato questa tassa... Oggi incombe l'obbligo di dimostrare all'illustre straniero che ci oltraggiava, che noi sappiamo e vogliamo pagare la nostra metà . Dopo tanti discorsi la conclusione che si poteva trarre era la viva e sincera ripugnanza ad accettare una tassa da imporre nella forma di capitazione diretta, che il Pescatore mostrava verificarsi in danno specialmente delle popolazioni rurali,34) ma appariva troppo grave la situazione della finanza con un credito pubblico distrutto e le risorse straordinarie consumate; quindi la tassa sul macinato fu approvata il 21 maggio alla Camera (219 sì e 152 no). Ma la responsabilità di tale provvedimento non spetta solo a coloro che ebbero il coraggio di propugnarlo e deliberarlo, piuttosto è da ricercare nelle lotte, nei dissidi politici che sino allora avevano impedito alla cosa pubblica di porsi e progredire sulla buona via. L'appoggio dato al ministero dal terzo partito era stato determinante ; già il 10 marzo esso si era unito alla Destra per evitare che il Governo fosse messo in minoranza nella questione dell'abolizione del corso forzoso, ed ora aveva fatto il gioco di Cambray-Digny, che era pronto a promettere riforme ed economie per l'avvenire, ma per il momento presentava solo progetti di tributi. Infatti assieme alla tassa sul macinato furono approvata gli aumenti delle tasse di registro, bollo e successione e l'unificazione delle tasse sulle concessioni governative. Ciò nonostante Cambray-Digny continuava a pensare a come poter ulteriormente sollevare la situazione delle finanze e, in mancanza di meglio, il 24 giugno presentò un nuovo progetto di legge per costituire una Regia cointeressata dei tabacchi, facendo col Credito Mobiliare ed altri banchieri privati una convenzione, in base alla quale avrebbe dato loro l'appalto del monopolio per venti anni e ricevuto in cambio 180 milioni subito e 50 successivamente. Il progetto, discusso e modificato in sede di commissione, fa portato alla Camera il 4 agosto. Esso fu combattuto, non solo dall'opposi­zione politica, che ne trasse occasione di accuse e scandali, ma anche da pa­recchi tra gli uomini più autorevoli che avevano sino allora dato il proprio
29) A. SCHIOCCO, op. cit., p. 176 e A. PLBBANO, op. cit., pp. 70 sgg.
30) CAMERA DEI DEPUTATI, Atti parlamentari. Discussioni, 12 marzo, p. 4854.
31) Ibidem, 16 marzo, p. 4952.
32) Ibidem, 19 marzo, p. 5033.
33) Ibidem, 16 marzo, p. 4961.
W) A. PLEBANO, Op. CÌt., p. 176.