Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA INTERNA 1865-1867; MENABREA DI VAL DORA LUIGI F
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1975
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Luigi Federico Menabrea
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Questa commissione, di cui fece parte anche Sella, presentò il 25 luglio la relazione Cordova che, contro le risultanze delle più attendibili deposizioni, in urto all'apprezzamento generale dell'opinione pubblica, ed anche a costo di oltrepassare i limiti del mandato affida iole, volle anzitutto affermare e premettere che il corso forzoso in Italia era stato decretato senza che nessuna necessità economica, finanziaria e politica lo richiedesse .39) Comunque tale relazione provocò la legge del 3 settembre 1868 che poneva alla circolazione dei biglietti della Banca Nazionale un limite che durante il corso forzoso non poteva trovarsi nel naturale andamento delle cose, restringendola a 750 milioni, e obbligava remissione da parte degli istituti autorizzati di biglietti di piccolo taglio allo scopo di cominciare a porre qualche argine all'anarchia che s'era venuta introducendo nella circolazione con l'emissione fatta da società ed istituti d'ogni natura e persino da privati.
Mentre si prendevano queste deliberazioni continuava ad ardere la questione politica. Dimessosi Lanza dalla presidenza della Camera, il suo posto veniva ricoperto dal Mari, mentre agli Interni passava Cantelli, in seguito alle dimissioni di Cadorna, e in suo luogo veniva chiamato ai Lavori Pubblici Pasini, per cui il professore Ciccone ebbe il ministero dell'Agricoltura. Di un rimpasto del secondo ministero Menabrea si può dire che si era parlato sempre: nel marzo, dopo i primi accordi per il macinato, quando Menabrea cercò di farvi entrare qualche rappresentante della Permanente o del terzo partito, senza ottenere niente, non volendo cedere ad un vero decentramento amministrativo; e nel maggio dopo l'approvazione del macinato, con identico risultato. *) Ma nel periodo delle vacanze estive, il ministero, indebolito in seguito alla discussione sul progetto di legge per la Regia cointeressata dei tabacchi, rischiò la crisi. Infatti il 10 settembre Cadorna, non trovando d'accordo i rappresentanti della Permanente e del terzo partito sul suo progetto di riforma dell'amministrazione centrale e provinciale, si dimise. Essendosi rifiutato Mordini di entrare nel ministero perché non gli era stata garantita un'effettiva politica di riforme, l'interim fu assunto il 23 ottobre da Cantelli.4I )
Alla riapertura della Camera comunque la situazione politica non era dissimile da quella dell'agosto; il ministero, infatti, era debole e reggeva sull'appoggio che il terzo partito gli concedeva in cambio di una politica di riforme interne, che continuava a restare una promessa: in fondo è evidente che il partito di Mordini stava subendo un'involuzione, considerando un successo le modeste concessioni fatte dal ministero con l'approvazione del progetto Bargoni sull'amministrazione centrale e provinciale e con la prospettiva di una riforma della legge comunale e provinciale, e clic il suo leader era già moralmente passato nel campo ministeriale. L'opposizione si configurava come un riawicina-mento di Sinistra e Permanente e il suo primo successo per mettere in crisi il Governo si vide nell'elezione per la vicepresidenza della Camera, il 25 novembre, quando Mordini vinse con 158 voti contro ben 106 andati al Ferraris, considerando che erano assenti circa 80 deputati di Sinistra.42) La prima que-
) A. PLEBANO, op. cit., p. 200. 40> A. SCIROCCO, op. cit., pi 452. ) Ibidem.
42) CAMERA DEI DEPUTATI, Atti parlamentari. Discussioni, legisl. X, sess. 1868, 25 novembre, p. 8087.