Rassegna storica del Risorgimento

UNIVERSIT? DI ROMA STORIA 1870-1871
anno <1975>   pagina <39>
immagine non disponibile

Il giuramento dei professori a Roma
39
In questo modo la situazione diventava sempre più insostenibile, finché esplose nell'ottobre del 1871, senza più possibilità ài conciliazione fra i pro­fessori laici e i vecchi insegnanti fedeli al decaduto Governo pontificio. La scintilla per questi ulteriori contrasti fu provocata dalla richiesta del giura­mento di fedeltà al Re e alle leggi dello Stato, fatta dal Governo ai professori dell'Università. Il 2 ottobre, infatti, il Rettore inviava a tutti i professori la seguente circolare: Sua eccellenza il signor ministro della pubblica istru­zione, allo scopo di far cessare una delle tolleranze transitorie per questa regia università, qua! è stata fin qui la mancanza del giuramento di fedeltà al Re ed alle leggi del regno, con sua nota del 26 settembre p.p. num. 572, ha disposto che tutti i signori professori e impiegati appartenenti a questa uni­versità, debbano innanzi al sottoscritto prestare il giuramento, a cui in forza della legge del 23 marzo 1853, e dell'art. 30 del regolamento approvato con regio decreto 23 ottobre 1853 num. 164, sono obbligati tutti gli impiegati dello Stato... .7)
Era evidente che la richiesta del giuramento in un simile momento avrebbe provocato accese polemiche di cui la stampa del tempo fu fedele portavoce. Tuttavia, sebbene partendo da premesse differenti, che rispecchiavano le di­verse tendenze politiche, è da notare che tutti i giornali, accolsero con contra­rietà la decisione governativa. La Capitale, schierandosi contro il giuramento infatti diceva che il giuramento è cosa odiosa, ingiusta, partigiana; è un'arma dei governi dispotici per perseguitare quelli che non vogliono sottoscrivere alla cattiva politica, agli arbitri dei governanti: costringere a pensare tutti allo stesso modo, è cosa degna dell'inquisizione. Non ci sarà mai né libertà, né impar­zialità, né giustizia finché questa vecchia arte medioevale non sarà abolita .8 La Voce della Verità, invece, scorgeva nella richiesta del giuramento un indizio di debolezza da parte del governo che dimostrava di temere i docenti cattolici: Questo timore si traduce nel timore che si ha dei princìpi della scienza cattolica, e dimostra quanto caduche sieno le basi di un Governo, che gli oppugna .9* Si chiedeva inoltre se il nuovo Governo, che aveva imposto il giuramento per discernere i fedeli a sé dai non fedeli ,,0) si sarebbe potuto fidare degli aderenti, in quento i vecchi professori dell'Università romana ave­vano già giurato fedeltà al passato regime, e quindi, adeguandosi alla mutata situazione, dimostravano di considerare il giuramento secondo la tecnica del­l'utile [...] e allora dov'è la sperata fedeltà? .**) Infine, accusava il Governo di contraddirsi, in quanto, se da una parte esso ammetteva alle cariche più importanti dello Stato gli ebrei, i protestanti ecc. per la reintegrazione dei diritti civili e politici,12) dall'altra considerava come nemici i professori cat­tolici, facendo di tutto per allontanarli dalle loro cattedre universitarie.
Altri giornali poi, se accettavano il giuramento come mezzo per sbaraz-
sidente del Pio istituto di aoccorso per i medici chirurghi e farmacisti di Roma e Comarca, era stato esiliato dal governo pontificio per le sue idee politiche.
7) Roma, Archivio Centrale dello Stalo [A.C.S.], Ministero P.I., Istruzione Superiore, b. 46.
8> La Capitale, a. I, 14 ottobre 1871, n. 154.
9) La Voce della Verità, n. 154, 14 ottobre 1871, n. 154.
10> Ivi.
) Ivi.
") Ivi.