Rassegna storica del Risorgimento
UNIVERSIT? DI ROMA STORIA 1870-1871
anno
<
1975
>
pagina
<
40
>
40
Mariateresa Baca
zarsi una volta per tutte di quei professori che con la loro sempre latente opposizione sarebbero stati d'intralcio al progresso degli studi, tuttavia temevano che molti insegnanti si sarebbero rifiutati, non tanto per una personale convinzione politica, quanto per poca fede nella situazione presente. Sensazione di precarietà del resto molto diffusa in quegli anni a Roma, dato che era ancora vivo in molti il ricordo delle repressioni del 1815 e del 1849.13)
Gli stessi professori dimissionari espressero la loro opinione dissenziente e i loro dubbi sulla liceità della richiesta del giuramento, con una lettera al Rettore. Essi volevano sapere: 1. Com'è che si prescriva [...] la prestazione del giuramento in forza della legge del 23 marzo 1853 e dell'art. 30 del Regolamento approvato con R. Decreto 23 ottobre 1853 n. 1611, mentre né l'ima. né l'altro sono stati pubblicati nella provincia romana. 2. Com'è che disponendo il citato art. 30 del Regolamento 23 ottobre 1853 gli impiegati dovranno prestare il giuramento secondo le norme fissate dai regolamenti in vigore e non essendovi nei vigenti Regolamenti Universitari alcuna disposizione in proposito, tuttavia si vogliono assoggettati i Professori dell'Università romana alla prestazione del giuramento. 3. Com'è che soggiungendo il citato art. 30 il giuramento avrà solo luogo in occasione della prima loro nomina ad impiego stipendiato s'ingiunga la prestazione del giuramento ai detti Pro-fessoci i quali, oltre ad essere in possesso del loro ufficio da moltissimi anni, han pure continuato ad esercitarlo sotto l'attuale Governo per tutto l'anno decorso .14)
I firmatari erano i professori Mattia Azzarelli, Olimpiade Dionisi, Francesco Massi, Vincenzo Natalucci, Valentino Pellegrini, Odoardo Ruggieri, Paolo Scapaticei, Gaetano Tancioni, rispettivamente professori di meccanica e idraulica, diritto penale, eloquenza latina, istituzioni di diritto romano, chirurgia veterinaria, diritto romano, lingua siro-caldaica, patologia chirurgica.
La risposta senza data porta la firma di Pasquale Stanislao Mancini e inizia affermando che i quesiti in realtà costituiscono altrettante obbiezioni e cavillazioni legali per tentare di dar ragione di un implicito ma abbastanza positivo rifiuto del giuramento, rifiuto che si volle maliziosamente dissimulare sotto l'apparenza di una domanda di schiarimenti .15)
Facilmente quindi viene dimostrata dal Mancini l'insussistenza dei quesiti, in quanto, quando uno Stato organicamente costituito, si annette un territorio, macchinalmente si intendono estese a quest'ultimo le sue leggi, senza bisogno di una materiale pubblicazione; mentre riguardo al regolamento del 23 ottobre 1853, il Mancini dice che si deve pensare che esso fissa norme generali ed ogni categoria deve giurare in base ad una formula particolare, fissata caso per caso. U giuramento comunque è richiesto a tutti i dipendenti dello Stato, tanto più nel caso di una annessione, quando il nuovo Governo ha il diritto di sapere quali sono i cittadini che gli sono fedeli, e il dovere di lasciare libero chiunque di dichiararsi contrario alla nuova costituzione politica.
II 22 ottobre i professori ribatterono con una lettera indirizzata al Rettore, in cui affermavano: non ci resta che protestare contro la illegalità dell'ini-
) L'Opinione, a. XXIV, 5 ottobre 1871, n. 275.
**) A..C.S,, Ministero P.I., Istruzione Superiore, b. 46.
1S) Osservazioni sui quesiti comunicati al Governo a nome di otto dei professori dell'Università di Roma invitati a prestare il Giuramento, A.C.S., Ministero P.I., Istruzione Superiore, b. 46.