Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 1892
anno <1975>   pagina <43>
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Elezioni amministrative a Roma 1892 43
ancora una volta a proprie spese l'errore di lasciar fare, e di ridursi alla pro­testa dell ultini'ora, quando non resta che il subire, o l'astenersi, e quando 1 astensione può fare il giuoco det clericali. Bisogna al contrario agitarsi in tem­po per farsi valere ,
C'è da dire che il fenomeno delle liste presentate all'ultimo momento non era a Roma occasionale. Specie per quanto riguardava i liberali, la scelta dei candidati costituiva sempre un problema di non facile soluzione, trattandosi di accontentare tutte le varie gradazioni del partito e tutte le componenti sociali della città. Per quanto riguarda'poi le amniinistrative di cui stiamo parlando, va rilevato che la preparazione delle due liste fu particolarmente laboriosa, i cattolici avendo deciso di procedere ad un sostanziale rinnovamento dei propri quadri, i liberali essendo impegnati, oltre che nelle consuete non facili trattative con le diverse gradazioni esistentoi in seno al partito, nella ricerca di qualche nome di forte richiamo, capace di dare prestigio alla lista e di convincere gli elettori ad accorrere numerosi alle urne.
Tre giorni prima delle elezioni furono pubblicate le due liste. I cattolici scendevano in campo con i seguenti nomi: Anivittì. Raffaele, Aureli Cesare, Cec­chini Giulio, Crìspolti Filippo, Di Carpegna Mario fu Filippo, Giangiacomo Fi­lippo, Ladelci Giovanni, Pistrueci Camillo, Serlupi-Grescenzi Carlo, Simonetti Attilio fu Antonio, Zandotti Natale.5)
I liberali proponevano all'elettorato: Albini Augusto, Baccelli Guido, Bo-nelli Mario, Casciani Augusto, Crispi Francesco, Desideri Giuseppe, Gazzani Adriano, Grandi Achille, Mazza Pilade, Novi Giovanni, Ostini Giuseppe, Set­timi Francesco, Tenerani Carlo, Veraldi Giuseppe.6)
Per il Consiglio provinciale, i cattolici presentarono propri candidati sol­tanto al IV mandamento (e furono scelti i nomi di Edmondo Puccinelli e di Filippo Tolli), i liberali Camillo Giuliani al I mandamento, Fabrizio Colonna al III, Augusto Silvestrelli ed Enrico Sinimberghi al IV, Gustavo Deleuse al VI. Complessivamente, dunque, i candidati liberali erano numericamente su­periori a quelli cattolici (14 ali per il Consiglio comunale, 5 a 2 per il Consiglio provinciale). Questi ultimi, dal canto loro, presentavano soltanto due (Cecchini e Pistrueci) dei sei consiglieri uscenti (lasciando quindi fuori Mala testa, Be-nuoci, Salustri-Galli e Apolloni). I liberali, invece, riproponevano ben sette (Albini, Baccelli, BoneUi. Desideri, Gazzani, Ostini e Grandi) dei nove consi­glieri usciti di carica, depennando perciò dalla nuova lista soltanto i nomi di Lazzaroni e Monteverde. I nuovi candidati cattolici erano: Anivitti, Aureli, Cri-spalti, Di Carpegna, Giangiacomo, Ladelci, Serlupi-Crescenzi, Simonetta e Zan­dotti; i nuovi liberali: Casciani, Crispi, Mazza, Novi, Settimi, Tenerani e Ve­raldi- La lista cattolica aveva in Filippo Crìspolti da poco eletto presidente deirUnione Romana7) l'uomo più noto e prestigioso, quella liberale pun­tava sul nome di Francesco Crispi per attirare su di sé i favori dell'elettorato.
5) L'Osservatore Romano* 18 giugno 1892, p, 1, Atte urne!
6) // Messaggero, 17 giugno 1892, p. 2, Eledoni amministrative.
7) Era stato eletto alla carica dal Comitato Centrale dell'Associamone il 29 marzo 1892, in seguito ai rifiuto di Filippo Tolli. Secondo la Vera Roma (24 aprile 1892, p. 1, L'Unione Romana) la rinuncia del Tolli fu dovuta a motivi di salute . Secondo La Riforma (19 giugno 1892, p. 1, Le due liste) invece, fu l'Unione Romana a non volere Tolli per suo presidente: Jo hanno proposto come candidato per consolarlo dello scacco amatis­simo , aggiunse commentando la sua candidatura al Consiglio provinciale.