Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 1892
anno <1975>   pagina <48>
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Mario Casella
anche l'episodio di cui era stata protagonista la moglie dell'uomo politico re­pubblicano, la quale, nel corso di una recente manifestazione al Teatro Argen­tina, non si era alzata in piedi all'arrivo della Regina? Coloro i quali am­moniva La Tribuna*1) prendono a base o a pretesto queste puerilità per de* oidere chi s'ha da mandare o da non mandare ad amministrare il Comune di Roma, danno prova di uno zelo ridicolo, e più che ridicolo, offensivo per le stesse auguste persone cui credono, erroneamente, fare atto di omaggio e di rispetto*.28) E soggiungeva, a commento di una lettera che il Nathan inviò al Luzzatto per invitare l'elettorato liberale a recarsi alle urne nonostante la sua esclusione: Non si potrebbe agire più nobilmente di così. Non si potrebbe dare, con più alte parole, una lezione più severa agli zelanti i quali hanno elevato il pettegolezzo a dignità di criterio politico .
Le discusioni sulla lista liberale alla vigilia delle amministrative romane non riguardavano soltanto il nome di Ernesto Nathan. Anche su Francesco Crispd ci fu polemica, e ad alimentarla furono, per motivi tra loro diversi, cle­ricali e radicali.
Chiamando Crispi a far parte della lista liberale, il Comitato centrale aveva inteso proporre all'elettorato romano un uomo di sicuro e forte richiamo e nello stesso tempo capace di dare alla lotta una spiccata intonazione -anticlericale. Quasi tutti i giornali dello schieramento liberale accolsero con entusiasmo la candi­datura del dittatore siciliano. <? Crispi scrisse II Messaggero costituisce il miglior segnacolo di battaglia che si potesse innalzare contro il Vaticano . La sua inclusione nella lista era una giustizia dovuta a chi ha fatto la prima legge che giovi veramente all'interesse di Roma . Per questa legge, e per la posizione risoluta contro il Vaticano, Francesco Crispi ha diritto di sedere in Campidoglio. portatovi dalle falangi liberali. Aggiungiamo noi che Crispi in Campidoglio do­veva sedervi uno dal 1871, quando si costituì il primo Consiglio comunale, poi­ché se v'ha uomo benemerito di Roma è precisamente lui che per tutta la sua vita travagliata, durante le cospirazioni, gl'esilii, le battaglie, non ebbe che un solo pensiero, la liberazione di Roma, Roma Capitale d'Italia. Tutte le volte che nel Parlamento subalpino, nel Parlamento italiano sorse il nome di Roma, esso o venne evocato da Crispi o difeso da Crispi. È perciò che in codesta lotta che il partito liberale ingaggia nel nome di Crispi è esclusa ogni altra questione politica, che non sia quella di lotta contro il Vaticano. Crispi al Governo potrà essere combattuto da parecchi, anche da noi stessi che oggi chiamiamo sul suo nome gli elettori liberali a raccolta; ma Crispi rappresentante di Roma nel suo Consiglio cittadino non può essere combattuto che dai clericali rabbiosi, in-
27 ) E l'ammonimento era anche diretto al Popolo Romano (17 giugno 1892, p. 2, Elezioni Amministrative), che aveva giudicato assai severamente i due episodi, definendoli fratti di isterismi repubblicani .
28) La Tribuna, 18 giugno 1892, p. 1, Elezioni amministrative.
29) Nella lettera al Luzzatto Ernesto Nathan cosi scriveva tra l'altro: Taluni per l'esclusione di Tizio o di Caio, per l'ammissione di Sempronio, potrebbero vagheggiare l'astensione o delle modificazioni alle proposte candidature. Ci pensino, e ci pensino seria­mente. Qui a Roma la lotta non è fra amministratori più o meno capaci, non è fra per­sone, è fra principii, e quest'anno assume una gravità eccezionale (cfr. La Tribuna, 18 giugno 1892, p. 2).
3) Ivi.