Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 1892
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1975
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Mario Casella
mento delle Confraternite, è stato sempre gagliardamente sulla breccia contro le prelese del papato politico, e contro ogni manifestazione clericale nella vita civile del nostro paese . Per tutte queste cose era ÌA conclusione del giornale di Attilio Luzzatto pochi nomi sembrano più adatti del suo per una battaglia come quella che si combatte a Roma.36)
A loro volta, i cattolici ribattevano colpo su colpo. La candidatura Crispi scriveva La Vera Roma è l'insulto più sfacciato a Roma . E aggiungeva, polemizzando con La Tribuna: Invocare gli atti più micidiali commessi da Francesco Crispi per additarlo alla comune riconoscenza, ed insediarlo al Campidoglio, è impudenza .38) Noi romani incalzava ironica La Voce della Verità, sempre in polemica con il giornale -di Attilio Luzzatto abbiamo anche degli altri titoli di riconoscenza all'immenso personaggio. Per esempio, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Roma, nel giugno 1890, in seguito a quella legge, che fu allora chiamata la decapitazione della città eterna e che poi con poche modificazioni fu promulgata il 20 del luglio successivo . Da allora, il municipio di Roma è stato dichiarato moralmente e giuridicamente incapace di amministrare il dazio di consumo, le opere del piano regolatore, la pubblica beneficenza. Gli fu imposto l'obbligo delle nuove tasse per due milioni, facendo anche un buco nella legge comune delle contribuzioni, colTassoggettare alla so-vraimposta i fabbricala colpiti dalla revisione del reddito. A Francesco Crispi noi dobbiamo dunque principalmente il raddoppio delle tasse sulle vetture, sui domestici, sulle bestie da soma, sulle mostre e vetrine, sui posteggi ecc. ecc., per tacere della più -dolce di tutte, che è quella di famiglia.39) E concludeva: Votino i liberali per il loro Crispi, per la sua prodigalità, per l'amministrazione composta di debiti e di tasse, per l'anticlericalismo eretto a succedaneo del pane e del lavoro. Votino per il loro Crispi quanti hanno condotto Roma allo stato di abbiezione in cui è caduta; noi, cattolici romani, daremo il nostro
36) La Tribuna, 17 giugno 1892, p. 1, Le elezioni amministrative a Roma.
37) La Vera Roma, 18 giugno 1892, p. 2, La lista liberale.
38) Ivi.
39) La Voce della Verità, 18 giugno 1892, p. 1, Francesco Crispi in Campidoglio. Quanto alla tassa di famiglia, approvata l'anno prima dal Consiglio comunale, ì cattolici non mancarono di sfruttare, a fini elettorali, il relativo malcontento popolare. Ora intanto scriveva a pochi giorni dalle amministrative La Voce della Verità (16-17 giugno 1892, p. 2, La tassa di famiglia) i clamori, le proteste e gli sdegni hanno toccato in tutta la città l'ultimo apice. Noi avevamo previsto questo scoppio di malcontento un anno fa, quando la questione delle tasse fu portata in discussione al Campidoglio; sventuratamente allora non ci si diede retta . Al giorno d'oggi proseguiva il giornale intransigente vi sono nel campo liberale di quei così detti nomini abili, i quali tentano di scaricare la responsabilità e la odiosità della tassa addosso all'Unione Romana, perché anche alcuni dei suoi consiglieri (non tutti) hanno dissennatamente votato la tassa di famiglia. Ebbene: quest'anno il programma dell'Cfcione Romana deve essere e sarà non più tasse! Cosi sarà smascherato e reso vano il povero artifizio dei liberali, veri e principali autori d'ogni sventura di Roma .
Un forte articolo contro la tassa di famiglia era apparso, ai primi di giugno, anche sulla Vera Roma (5 giugno 1892, p. 1 sg., Roma è stanca). In esso la tassa era definita illiberale , arbitraria , di difficilissima attuazione , insufficiente , inopportuna e tr ingiustificata . Il tutto condito con un non più tasse! .