Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 1892
anno <1975>   pagina <51>
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Elezioni amministrative a Roma 1892 51
suffragio, tutti uniti, a un pugno d'uomini, che in Campidoglio sapranno resi­stere a non piegar la testa al giogo del padrone.40)
Ma, come si diceva, nello tesso schieramento liberale, non tutti erano con­cordi sulla opportunità della candidatura Crispi. Le principali obbiezioni ve­nivano dai radicali, i quali, come non avevano risparmiato critiche alla lista liberale nel suo complesso,4n non nascondevano le loro perplessità neppure sul nome dello statista siciliano. Era proprio necessario si domandava il direttore de La Capitale di prendere il nome di Crispi, per dare alla lista un'intona­zione anticlericale? Ed era questo il momento di gettare nel tumulto della bat­taglia elettorale un tal nome senza ponderarne le conseguenze? .42) Per Fi­landro Colacito la carta Crispi era rischiosa qualunque fosse stato l'esito delle elezioni: L'insuccesso egli spiegava sarebbe una sconfìtta clamorosa: la riuscita potrebbe fraintendersi una apoteosi politica che in nome di Roma si vorrebbe fare all'ex dittatore aspirante al ritorno della dittatura. Nell'un caso e nell'altro, il comitato, anche per il nome di Crispi giuoca una carta rischiosa, per la quale dimostra di non possedere né senso d'opportunità poli­tica, né abilità di organizzazione .43)
Ad alimentare la polemica e la divisione nello schieramento liberale, fu diffusa, alla vigilia delle elezioni, una lista di otto operai, sostenuta da un co-
40 ) La Voce della Verità, 18 giugno 1892, p. 1, Francesco Crispi in Campidoglio. Alla Voce della Verità faceva eco L'Osservatore Romano (18 giugno 1892, p. 1, Alle urne!): La nostra città, oppressa dal predominio di politicanti liberali che ne osteggiano la reli­gione, la moralità, la vita economica, che l'hanno resa un campo d'esercizio per le tasse più esose, sente l'urgente necessità di sostenere e rafforzare in Campidoglio quel gruppo, dal quale soltanto può venire una efficace difesa alle coscienze e alle tasche dei cittadini. E che la giornata di domenica salvi l'afférmazione e la dignità di Roma! Due anni ad­dietro Crispi provocò la dimissione dell'intero Consiglio Comunale, formato allora da tutti liberali, perché aveva presentato una legge che offendeva la dignità di Roma. Oggi, gli stessi liberali che sentirono allora l'offesa, lo vogliono a Campidoglio come decoro della città! Di fronte a questa prosternazione verso il piede da cui ricevettero il calcio, vi sia almeno chi mostri che la maggioranza dei cittadini romani non è ancora diventata un branco di servitori .
41 ) Commentando la lista liberale, La Capitale del 17-18 giugno 1892 (p. 3, Le ele­zioni di domenica) così scriveva: Le osservazioni da fare sarebbero innumerevoli. Si po­trebbe trovare a ridire sul criterio troppo prevalente della rielezione, che per alcuni è giu­stificata, per altri non fa che continuare nel pubblico il senso di stupore prodotto dalla prima elezione. Si potrebbe domandare se si creda proprio d'avere coll'esclusione di Nathan, assicurato alla lista i voti di tutti i radicali; se si sia presentato un candidato significante come Francesco Crispi con quella certezza di trionfare che sarebbe desiderabile; se era il caso di accettare dalla Costituzionale un candidato caro ai preti, nel tempo stesso che si opponeva cosi feroce esclusiva al Nathan... Ma tutte queste cose sarebbero oziose, visto che non cambierebbero la posizione della lista. Raccomandiamola dunque per dovere di disci­plina, anche noi; raccomandiamola con rassegnazione. Se si vincerà, nessuno più lieto di noi della sconfitta dei clericali; in caso di disgrazia .... il pubblico conosce i responsabili .
M Ivi, p. 3, Nota bene del Direttore.
ti) Ivi, Non era soltanto La Capitale a criticare la candidatura Crispi. Altre voci si levavano dallo schieramento liberale contro il dittatore siciliano. Il Messaggero (19 giu­gno 1892, p. 1, Le elezioni di oggi e il dovere di tutti) le attribuiva a pretesi liberali , che combattevano Crispi sótto il pretesto del colore politico . La candidatura Crispi ricordava il giornale democratico ha carattere esclusivamente anticlericale ed ammi­nistrativo