Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 1892
anno <1975>   pagina <53>
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Elezioni amminisiralive a Roma 1892 53
cittadina e lutti gli operai elettori dei quattro rioni interessati (Trastevere, Borgo, Esquilino e Porta Pia) furono invitati a sottoscrivere il programma. A questo punto scrive Ciurri proprio mentre l'azione delle suddette associa­zioni doveva essere positiva ed energica , subentrò l'apatia da parte del co-rnitato elettorale operaio di Trastevere, al quale appartenevano in quel tempo, quasi non si fosse nulla deliberato .47)
Fu allora costituita una Commissione di otto operai,48) che, il 30 maggio, indirizzò agli operai elettori il seguente appello : Compagni operai, sono circa tre anni che la legge ha sancito il nostro diritto di prender parte, mediante il voto elettorale, all'amministrazione comunale. Noi fiduciosi, come sempre, alle promesse di uomini appartenenti a classi borghesi, ci affidammo a loro unendo i nostri voti ai loro nell'urna elettorale, accontentandoci dell'esiguo numero di sei dei nostri compagni credendo che con tale modestia di pretese, qualche cosa si sarebbe fatto al comune per migliorare le nostre condizioni economiche. I fatta, come sempre, non hanno corrisposto alle promesse fatte da quei signori. La crisi operaia si è andata sempre più accentuando, specialmente nella sta­gione invernale, e mai una voce energica è partita dal consiglio comunale per far rispettare dal governo i diritti delle classi lavoratrici. Una legge fu votata dal parlamento per la sistemazione della città, legge che fu quasi il modus vivendi fra comune e governo, e questa legge venne dal governo assolutamente trascu­rata, senza che della rappresentanza comunale vi sia stato un solo consigliere che abbia fatto sentire ita sua voce di protesta contro questa trascuranza. Da questi fatti possiamo concludere che è assolutamente impossibile migliorare le nostre condizioni economiche ed ottenere il riconoscimento del diritto al la­voro, affidandoci a uomini, che non possono completamente sentire i nostri bisogni, perché non vivono della nostra vita . **) Nota Ciurri cbe, contro que­sto appello, i giornali cittadini di tutti i colori politici organizzarono la co­spirazione del silenzio . Ma non per questo gli otto firmatari del manifesto si arresero. La sera del 2 giugno, al n. 5 di piazza del Grillo, convocarono una riunione di operai socialisti per avere il loro consenso ed il loro aiuto nel-
il progresso e la civiltà dei tempi ci ha dato. Compagni, usciamo una volta per sempre dal­l'equivoco! Nella lotta elettorale innalziamo la bandiera operaia per l'operaio; lottiamo da soli con le nostre sole forze, senza formar coalizione con elementi appartenenti a classi non lavoratrici, e se nell'iniziare questo sistema di lotta resteremo sconfitti, questo dimostrerà che è necessario di meglio organizzarci e disciplinarsi per tornare all'assalto, e ci darà pure il piacere di sentirsi grandi nella sconfitta; giacché è sempre più dignitoso e soddisfacente cadere avvolti nella propria bandiera che vincere a servizio di bandiere altrui (C. CIURRI, Relazione della Commissione operaia cit., p. 5 sgg.). *) Ivi, p. 7.
48) Erano: Ciurri Cesare, spazzolalo; Giannetti Pietro, vernicialo; Micheli Germano, calzolaio; De Biase Pasquale, calzolaio; Servadei Pio, barbiere; Cavallari Luigi, cameriere; Longarini Giuseppe, stuccatore; Piacentini Domenico, falegname (ivi, p. 8).
49) L'appello, firmato dagli otto operai di cui alla nota precedente, terminava con le stesse parole del a programma elaborato dalla Commissione dei 16 (ivi, p. 7 sgg.).
*) Ivi, p. 8 ... perché spiegava Ciurri fino a che le classi lavoratrici si pre­stano pecorescamente a fare il gioco delle diverse fazioni politiche, che si contendono il potere, allora si loda e si incoraggia il popolo all'azione; ma quando poi questo accenna a non volersi più prestare al gioco ed a voler fare da sé, allora la stampa amica del popolo, organizza contro questo la cospirazione del silenzio (ivi, p. 8).