Rassegna storica del Risorgimento

ELEZIONI AMMINISTRATIVE ROMA 1892
anno <1975>   pagina <56>
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Mario Casella
Nei giorni successivi alla conferenza del Giurri, la Commissione mise a punto la lista operaia, includendovi, come s'è detto, anche Vera! di e Casciani, già inseriti nella lista liberale. Tutti i candidati accettarono senza osservazioni il mandato alle condizioni esposte nella conferenza della Posta Vecchia . Con 10 sottoscrizioni che fruttarono complessivamente la somma di L. 72,65s fu provveduto al denaro occorrente per la stampa di un manifesto, che fu affisso per le vie di Roma la mattina del 18 giugno, vigilia della consultazione elettorale. Era indirizzato ai compagni operai e vi si leggeva che Veman-cipazione dell'operaio deve essere lavoro e compito dell'operaio stesso . Con questa formula pronunciata da illustri scienziati, e riconfermata nell'ultimo discorso pronunciato dall'onorevole Costa alla Camera dei deputati la Com­missione presentava e raccomandava, per le elezioni amministrative, la lista operaia. Operai, uomini di cuore vi si esortava rinnoviamo le civili lotte dell'antica Roma, nell'esercizio del diritto, andiamo compatti alle urne, rinvi­goriamo il consiglio comunale con elementi nuovi e volenterosi, cioè, con ele­menti operail . *)
Si è già detto dell'accoglienza, tutt'altro che benevola, che II Messaggero riservò alla lista operaia. È ora opportuno accennare anche ad un'altra piccola polemica, causata non òsMa iniziativa di Chini e dei suoi amici, ma dalla inclu­sione dei due operai Veraldi e Casciani nella lisca liberale. A sollevarla fu La Tribuna, che, in un articolo di commento alla lista liberale, rimproverò al Co­mitato centrale di aver lasciata libera e senza controllo alla Camera del lavoro la scelta dei due candidati operai, in contraddizione flagrante col trattamento usato al Circolo Radicale.61) Noi scrisse polemico il giornale di Attilio Luzzatto non apparteniamo né all'uno né all'altra. Ma come democratici e come lavoratori non abbiamo alcuna difficoltà di dire che la rappresentanza di classe è un anacronismo ed un non senso, nei costumi politici moderni. Se i signori Casciani e Veraldi sono reputati degni di sedere nel Consiglio de! Comune, sieno raccomandati ed eletti come tali, non già accolti nella lista come due innominati, latori di un mandato imperativo che non esiste, che non può esistere.62)
H nuovo corso dell'Unione Romana e la lista da essa presentata, l'esclu­sione di Ernesto Nathan dalla lista liberale, la candidatura Crispi, la lista operaia, la polemica sugli operai Casciani e Veraldi: non era davvero mancata ai giornali romani la materia necessaria per vivacizzre, alle sue ultime bat­tute, una campagna elettorale fino a pochi giorni prima delle elezioni fiacca se non addirittura spenta. Quale sarebbe stato il responso delle urne? Come si sarebbero comportati gli elettori cattolici di fronte alla politica di radicale rinno­vamento portata avanti dall'Unione Romana? E i liberali avrebbero saputo met-
glieri comunali, acciocché questi ne potessero fare incentivo di lotta al Comune. Se poi le materie da trattami fossero tanto serie da richiedere discussione, allora il comitato suddetto convocherebbe gli operai a comizio, al quale dovrebbero intervenire assolutamente i consi­glieri comunali operai, per ascoltare i reclami e le idee del popolo, per poi sostenerle al Consiglio Comunale. Con questo sistema basato sul diritto umano, il programma da se stesso si svolge (ivi, p. 13).
59) M, p. 14.
>> Ivi, p. 14 sgg.
**) La Tribuna, 18 giugno 1892, p. 1, Elezioni amministrative.
) Ivi.