Rassegna storica del Risorgimento
IRREDENTISMO; QUESTIONE ADRIATICA
anno
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1975
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pagina
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63
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UN DOCUMENTO FRANCESE SULL'IRREDENTISMO E LA QUESTIONE ADRIATICA AL FINIRE DELL'OTTOCENTO
Nell'ambito del processo di riavvicinamento italo-francese successivo alla caduta del quarto Gabinetto Crispi si collocano molteplici iniziative dei Quai d'Orsay e della rappresentanza diplomatica francese a Roma volte ad allentare se non annullare, i legami triplicisti dell'Ita Ida. Principali artefici di questo sottile disegno politico, e più fortunata dei loro predecessori nei risultati conseguiti, dovevano rivelarsi Deleassé, chiamato alla direzione del Ministero degli Esteri nel giugno 1898, e l'ambasciatore Barrère, insediato a Palazzo Farnese nel febbraio dello stesso anno. È ormai abitudine generale far risalire all'arrivo di Camille Barrère a Roma l'inizio, da parte francese, di una concreta e positiva politica dì riconciliazione con l'Italia, dopo le precedenti aperture che avevano avuto per protagonisti il ministro Hanotaux e l'ambasciatore Billot; ed è del pari riconosciuta l'influenza esercitata da Barrère sull'amico e compagno d'idee Delcassé, con suggerimenti e consigli che assumevano spesso il carattere di istruzioni. Diplomatico abile e dotato di fiuto non comune, Barrère aveva compreso l'impossibilità almeno contingente di ottenere il distacco dell'Italia dalla Triplice Alleanza e, accantonato quello che pur rimaneva il fine ultimo della politica francese, s'era rivolto alla realizzazione di un programma minimo improntato ad alimentare una corrente di interessi e simpatie tra le due sorelle latine e destinato a corrodere lentamente i vincoli triplicisti di Roma, sino a svuotarli nel loro contenuto.
Nella scelta degli strumenti più efficaci per consolidare il rinnovato clima di collaborazione tra i due paesi, l'ambasciatore sollecitava il suo ministero a sostenere un'appropriata propaganda, a mezzo stampa ed opportune manifestazioni, il che avrebbe pure orientato l'opinione pubblica italiana verso l'amicizia con la Francia ed esercitato di riflesso un'indiretta pressione sul governo di Roma ad avviarsi più decisamente per quella via. Si trattava in effetti di influenzare un'opinione pubblica non pregiudizialmente ostile alla repubblica d'oltr'Alpe, anche se tracce di un'animosità a lungo coltivata dalla politica crispina permanevano in certi strati della borghesia.2) Secondo le indicazioni di Barrère spettava in primo luogo ai grandi giornali parigini di trattare, con carattere informato e linguaggio prudente e moderato, vuoi dei benefìci assicurati all'economia italiana dai nuovi rapporti commerciali con la Francia, vuoi dello scottante argomento della rivalità italo-austriaca per il Trentino, il Land del Litorale e l'Albania.
Interessato così ad acquisire alla Direzione politica del Quai d'Orsay una più compiuta ed approfondita cognizione dei problemi riguardanti il bacino
0 Sol riavvicinamenlo italo-francese in particolare, oltre alla biografìa di E. SERRA, Camille Barrère e l'intesa italo-francese. Milano, 1950, v. ora E. DECLEVA, Da Adua a Sarajevo. La politica estera italiana e la Francia 1896-1914, Bari, 1971.
2) Indicative appaiono le osservazioni formulate nell'aprile 1899 dal console francese a Livorno nel tracciare uno spaccato dell'opinione cittadina in relazione ai diversi gruppi sociali (cfr. E. DECLEVA, op. "i., p. 104).