Rassegna storica del Risorgimento
TADDEI EMANUELE
anno
<
1914
>
pagina
<
51
>
Bn yrmtiM giornalista del secolo scorso 7>i
del mausoleo e della tomba non esiste ora più traccia ed invano il mio amico comm. Vincenzo de Donno ne nafw ricerca. Uno storico fieramente avverso- '-al defunto, il Farnerari} ha scatto Sopra zolle assegnate a tomoli di Sedicenti letterati gli fu medesimamente eretto un tuinolo ora caduto e dimenticato .*
LoìjStesso autore scrive che il Taddei sprecò i suoi guadagni in matte spese per gastronomia e che alla sua morte si trovò la casa sfornita dì tutto tranne che di arnesi da cucina .* Corse voce che le persone di servizio avessero involato tutto : vennero posti i suggelli alla casa, ma come spesso avviene, troppo tardi. Cesare Malpica nel J?oliorama- pittoresco, dell'll maggio 1839 riprodusse il ritratto del Taddei e pubblicò in onore di lui un'ode, nella quale ricorda così l'onorata povertà di lui
Ali la tti,a morto, a chi noi seppe, nioetra Che non già per dovizie eri giocondo.
Il liberatore, amico devoto del Taddei e suo successore nella direzione degli Annali,, lo descrive alto e bello della persona, capelli biondi, presto divenuti bianchi, il volto rubicondo, gli occhi cerulei1 e scintillanti, piacevole il suono della sua voce, modi schietti e gentili, largo nello spendere, compagnévole, gioviale, era l'anima delle liete brigate . Ma più interessante ancora è il rlìfèaìio morale che no fa lo stesso scrittore, quando dice: Scrisse di cose politiche a seconda dei tempi ed in esse a dir vero aveva opinioni vagabonde. Grande: 'arteficehi lodi, ei sapeva condirle per guisa che, se altro mai, non faceva igtomaco. Dotto sovratutto in Jp!0>var partiti, accorgimenti e ripieghi affine di evitare gli scògli, in cui tocca ai malaccorti di naufragare ,8
*
Certo V uomo di cui ho narrato le vicende, non merita un giudizio favorevole. Ma occorre tener conto del tempo in cui egli visse.
. ...
1 Della monarchia Si Napoli e (Mio ue fortune, p. 118 e 92. Anche più. violentemente scrisse contro di lui Emanuele Palermo, ohe lo chiama degno non di una, ma di mille forche.
2 ivi, Necrologia citata.