Rassegna storica del Risorgimento
MARTINI FERDINANDO
anno
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1975
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pagina
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470
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470 Alberto Aquarone
tale lettera chiariva sufficientemente, pur senza scendere in troppi dettagli, gli intendimenti governativi circa la missione affidata a Martini nella colonia.5*) In relazione ai confini, era ribadita la decisione, già formalmente comunicata due mesi prima al Negus, di rinunciare alla linea Mareb-Belesa-Muna, e quindi a parte del Seraè e dell'Oculè Kusai, senza he ciò implicasse l'abbandono dell'intero altipiano eritreo. Quest'ultimo, tuttavia, avrebbe dovuto essere amministrato non già direttamente dalle autorità italiane, bensì mediatamente, tramite i locali capi indigeni. Ma compito principale del nuovo governatore avrebbe dovuto essere una radicale riorganizzazione dell'amministrazione della colonia, in modo da riparare al disordine ivi ormai cronico, estirpare abusi, eliminare le principali e legittime cause di malcontento fra le popolazioni indigene, consentire al più presto una drastica riduzione dell'onere finanziario gravante sullo Stato per la gestione dell'Eritrea. Per l'attuazione concreta di questo programma di massima, era concesso al governatore un ampio margine di discrezionalità, da esercitarsi dopo attento esame della situazione e un non meno approfondito studio dei provvedimenti più adeguati.55)
Era un programma di raccoglimento, cauto e sostanzialmente modesto, preoccupato da un lato di salvaguardare ad ogni costo la pace esterna ed interna estirpando ogni causa di attrito con l'Imperatore d'Abiesinia e di fermento e riottosità fra le popolazioni locali, dell'altro di non esasperare ulteriormente l'opinione pubblica antiafricanista, che nella soluzione Martini non poteva ormai non vedere una sconfitta delle proprie aspirazioni e addirittura un tradimento, dopo tante promesse esplicite e più ancora implicite, ad opera del governo.56) Senza dubbio, lo stesso protrarsi così a lungo della situazione di incertezza circa l'avvenire della colonia aveva finito col giocare, per naturale forza d'inerzia, a favore della conservazione della realtà di fatto esistente, depotenziando
5*) Il documento in parola, conservato in ACS, Carte Ferdinando Martini, b. 18, fase. 65, è riportata integralmente in Appendice.
55) Sullo stato di cose esistente in Eritrea, significativo fra l'altro quanto scriveva Luzzatti in una sua relazione a Di Budini, datata 12 novembre 1897, quando la nomina di Martini cominciava ormai a prender corpo: ce Africa. Mancano i conti consuntivi del 1896-1897. E il ministro del Tesoro non assume la responsabilità di quelli del 1895-96. Inoltre il ministro del Tesoro ha notizia di malversazione in Africa e sa che parecchi milioni, col pretesto delle spese d'Africa, servirono al ministero della Guerra in Italia. Egli vuole che gradualmente si restituiscano. Il ministero della Guerra schiva tutte le risposte e continua a fare quello che vuole. Anche di recente, fresco, fresco, ha domandato altri otto milioni sui residui del prestito d'Africa per l'esercizio corrente . Cfr. LUIGI LUZZATTI, Memorie, cit.,
p. 483.
56) Numerose testimonianze, espresse in lettere di deputati al ministro del Tesoro, del diffuso malumore serpeggiante alla Camera In quei giorni nei confronti della nuova o giudicata tale politica africana del governo, si trovano nelle citate Memorie di Luzzatti (p. 470). Le recriminazioni si accompagnavano ai moniti severi. Per esempio: <c Nella discussione della politica africana il governo manifestò il proposito di raccogliersi alla costa. In questi termini ebbe la maggioranza del 22 maggio. Se avesse manifestato l'altro proposito di mantenere l'occupazione nei limiti antichi, o presso a poco, sarebbe caduto, malgrado le simpatie personali . Oppure: Ricordatelo. Qualunque combinazione ai infrangerebbe se, al riaprirai della Camera rimanesse anohe un lontano dubbio sulla vostra decisa volontà di preparare l'abbandono dell'altipiano . E infine: ce Martini va a Mossane? Ma dunque dobbiamo crederlo convertito? E se non lo è lui, vi siete forse convertiti voi? Il dubbio è legittimo e non contribuisce a darvi forza .