Rassegna storica del Risorgimento

MARTINI FERDINANDO
anno <1975>   pagina <477>
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F. Martini governatore in Eritrea 477
avanti, né è possibile mettere ordine nell'anarchia che domina qui .73) Mal­grado gli affidamenti dati da Visconti Venosta, alla fine dell'anno nulla era ancora mutato a questo riguardo. L'ultimo atto di Martini, prima di lasciare l'Italia a bordo del piroscafo della Navigazione Generale, fu così quello di indirizzare da Messina una lettera al ministro degli Esteri per ricordargli quel promesso provvedimento, ch'egli riteneva più che mai necessario alla buona riuscita della mia non facile missione: la costituzione dell'ufficio coloniale.74)
Le insistenze del Commissario civile ebbero alla fine ragione delle lun­gaggini della burocrazia ministeriale ed ai primi di marzo Rudinì poteva comu­nicare lietamente a Martini che il suo desiderio era stato esaudito: l'Ufficio coloniale era stato costituito con decreto ministeriale ed alla sua testa era stato posto, sempre come da lui desiderato, un funzionario di larga esperienza di cose africane quale Giacomo Agnesa.75) Come si è già accennato, dovettero tuttavia passare altri due anni prima che la piena autonomia dell'ufficio stesso venisse legislativamente consacrata con la sua erezione in sezione autonoma, dipendente direttamente dal ministro e dal sottosegretario di Stato.76)
73) // diàrio eritreo, cit., p. 25, alla data 16 gennaio 1898. Martini lamentava di non avere ancora nessuna notizia dell'ufficio coloniale che il Visconti mi dette parola di costi* tuire prima del mio arrivo a Massaua .
74' La lettera, datata Messina, 30 dicembre 1897, si trova in Archivio Visconti Venosta (Santena), Cass.M-2. Ringrazio vivamente il dott. Giovanni Silengo, direttore dell'Archivio di Stato di Novara, per avermi gentilmente fornito la fotocopia di questa lettera.
75) L'interessamento di Rudinì, sollecitato da Martini, per la costituzione dell'ufficio coloniale è testimoniato da varie sue lettere del periodo. Il 30 gennaio 1898 egli scriveva al governatore, nell'intento di rassicurarlo: a La costituzione dell'ufficio unico coloniale in Roma ha subito un nuovo e lungo ritardo per la morte del figlio del Marchese Visconti Venosta il quale non si occupa, quasi, degli affari. Voleva anzi dimettersi; ne ha poi, a quanto pare, deposto il pensiero. Ma Ella comprenderà che questo doloroso incidente non poteva non eser­citare la sua influenza . E il 15 febbraio: te La Direzione unica o meglio l'Ufficio unico si costituirà agli Esteri con ordine interno di servizio. Si costituirà quindi una Divisione auto­noma diretta dall'Agnese coadiuvato dal capitano Ademollo. Ci voleva tanto! avrebbe Ella il diritto di esclamare. Ma ... chi va piano va sano . Infine, il 4 marzo, la buona notizia: a Quanto all'Ufficio di Africa pare sia stato sistemato con un decreto ministeriale. Così mi afferma il Visconti-Venosta. Il Cav. Agnesa, come Ella desidera, dirige l'ufficio. Speriamo che le cose vadano bene. Se non andassero come Ella desidera mi ponga tosto sull'avviso e provvedere . Cfr. ACS, Carte Ferdinando Martini, b. 20, fase. 12. La lettera del 4 marzo è pubblicata in DDI, cit., n. 386, pp. 282-283. Su Giacomo Agnesa, che rimase a capo del­l'Ufficio coloniale, esercitandovi un'influenza spesso determinante, fino al 1912 (allorché, nominato ministro plenipotenziario, fu chiamato a ricoprire la carica di direttore generale degli Affari politici nelTappena costituito ministero delle Colonie), si vedano le brevi notizie biografiche in // governo dei territori oltremare, cit., pp. 33-35. Purtroppo, manca un qual­siasi studio su questo personaggio, il cui ruolo specifico durante oltre un ventennio di poli­tica coloniale italiana meriterebbe di essere attentamente indagato. Anche il pur così attento Dizionario biografico degli Italiani lo ha trascurato. I rapporti fra Martini ed Agnesa furono nel complesso armoniosi ed improntati a reciproco rispetto. Nel 1900 il primo caldeggiò presso Visconti Venosta il conferimento al secondo della commenda dell'ordine della Corona d'italia. Cfr. lettera di Martini a Visconti Venosta, Roma, 14 dicembre 1900, in ASMAI, pos. 35/1 (fascicolo Agnesa). Il ministro degli Esteri rispose il 3 gennaio successivo e pur riconoscendo le cospicue benemerenze che il capo dell'Ufficio coloniale poteva vantare, fece presente che ragioni di opportunità consigliavano di differire la promozione ad un tempo non lontano, come in effetti avvenne di li a un palo d'anni.
76) Va pure rilevato, comunque, che nel lungo periodo Martini non sembro del tutto