Rassegna storica del Risorgimento
MARTINI FERDINANDO
anno
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1975
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pagina
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481
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F. Martini governatore in Eritrea 481
di fatto alla frontiera convenzionale che ora si stipulerebbe definitivamente e oirimperatore.
Incaricato di tale negoziato, è il capitano d'artiglieria Ciccodicola, nominato residente in Etiopia in base all'art. VII del trattato di commercio stipulato ad Addis Abeba dal maggiore Nerazzini il 24 giugno scorso.
TV. Il negoziato affidato al capitano Ciccodicola avrà sostanzialmente per oggetto di determinare:
a) l'epoca in cui si avrà da sgomberare quella parte dell'Oculé Kusai e del Seraè che rimane oltre la nuova frontiera;
6) le condizioni da offrirsi di comune accordo fra il R. Governo e l'Imperatore ai Capi di quella regione;
e) il modo e i patti per il licenziamento degli ascari di quella regione, che non vogliano rimanere al nostro servizio, né stabilirsi, con le loro famiglie entro il nostro confine;
d) le guarentigie che assicurino contro ogni molestia le popolazioni di quelle regioni.
Per migliore notizia degli intendimenti nostri rispetto a tale negoziato, qui accludo copia delle istruzioni impartite al residente Ciccodicola.
V. Provveduto così, per quanto era in poter nostro, a rimuovere ogni minaccia o pericolo dipendente dalla soverchia estensione del territorio o dalla incertezza del dominio, importa che alla quiete della Colonia si provveda altresì, e soprattutto, mercé una politica pacifica e di raccoglimento che consenta di assicurarle uno stabile assetto, senza soverchio onere finanziario, e, segnatamente, senza integralmente includerla nel raggio di una occupazione militare, lasciando invece sull'altipiano quelle forze soltanto che occorrano per un sicuro servizio di polizia.
Del resto, lo avere, per la prima volta, affidato ad un'alta personalità civile la suprema carica della Colonia indica abbastanza l'indirizzo che intendiamo imprimere alla nostra politica africana.
VL Primo studio della Eccellenza Vostra, tostoché avrà assunto l'alto ufficio, deve essere la leale e piena esecuzione delle convinzioni stipulate con l'Imperatore Menelich. È nostro fermo volere che sia, dalla parte della Etiopia, rimossa, in quanto da noi possa dipendere, ogni ragione di dissidio.
La Eccellenza Vostra vorrà del pari adoperaci acciocché sia tolta ogni ragione di malcontento da parte dei Capi e delle popolazioni nei territori che rimarranno ormai oltre il nostro confine. Se alcun Capo non potesse ottenere, nel nuovo assetto territoriale, una posizione equivalente a quella che ebbe finora, e preferisse ritrarsi nella Colonia, sarà il caso di giudicare, previa accurata indagine, se non gli si possa dare, entro il nostro dominio, conveniente collocazione, senza che la cosa possa dare ombra a Menelich od ai Capi di oltre frontiera, e crearci difficoltà con essi. Potrà anche esaminarsi se sia, in tal caso, da assegnarsi una semplice pensione o regalia.
Gli ascari oriundi della regione d'oltre frontiera, che non si possano trattenere sotto le nostre bandiere, o che non vogliano rimanervi, dovranno essere congedati in modo da non suscitare scontento da parte loro: potrà ad essi usarsi qualche agevolezza sotto forma di concessione agricola od altra, e, in ogni ipotesi, sarà il caso di gratificarli con una buona uscita.